
Enrico Letta richiamato all'ordine da Mario Draghi? Questo è quanto trapelato nelle ultime ore, secondo quanto trapela oggi su Tpi, con l'ex governatore della Banca centrale europea che cerca di compattare le file della propria maggioranza, invitando tutti a mantenere un basso profilo e ad evitare pericolosi strappi.
La linea Letta
Il neo segretario del Partito democratico, dopo aver ricevuto l'incarico, aveva fin da subito iniziato a tracciare la via ai suoi con altisonanti proclami che potessero anticipare agli elettori italiani le posizioni politiche di cui intendeva farsi portavoce. Un tentativo disperato di rianimare il partito, precipitato nei sondaggi, dargli un'identità precisa e ben distinguibile ed evitargli di essere fagocitato dai grillini, specie se con Giuseppi come nuovo condottiero. Alla svolta verde del Movimento, visto che i vecchi cavalli di battaglia erano da tempo morti e sepolti (lotta alla Tav, lotta contro il Mes e referendum per uscire dall'euro, la questione del limite del doppio mandato ed il "mai col partito di Bibbiano"), Enrico Letta ha risposto gettando sul tavolo le carte dello ius soli e dell'apertura al voto anche per i sedicenni. Per prendere le distanze dalle polemiche che si erano abbattute su Zingaretti dopo la scelta dei ministri (tutti uomini), l'ex premier dem ha inoltre rilanciato il tema della parità di genere: "Quando sono arrivato ho detto che c’è un problema enorme di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne", ha dichiarato il segretario del Pd in un'intervista concessa al Tirreno.
I partiti sgomitano
Insomma, un colpo di qua e una botta di là, i leader dei partiti che sostengono il governo iniziano a sgomitare per prendere posto il prima possibile sulla linea di partenza di un'eventuale (e non prossima) consultazione elettorale. Matteo Renzi, che sperava gli venissero riconosciuti i meriti della spallata a Giuseppi, continua ad arrancare nei sondaggi ben al di sotto della soglia di sbarramento e cerca di stuzzicare il Pd sul tema del riformismo. Letta non abbocca e va per la sua strada, contattando Calenda per tagliare fuori l'ex sindaco di Firenze e lo "stai sereno" che ancora riecheggia nelle sue orecchie.
Una situazione che, come spiega Marco Antonellis su Tpi, Draghi aveva comunque già previsto:"Presto o tardi i partiti della maggioranza cominceranno a sgomitare ma so come fare". Proprio in previsione di una situazione del genere l'ex presidente della Bce e Mattarella avevano scelto di allargare il più possibile la maggioranza, con l'obiettivo principale di togliere il potere di veto ai partiti, anche a quelli "più piccoli". Gli scontri tra i partiti non spaventano Palazzo Chigi: "Cercano solo visibilità perché sanno benissimo che in una maggioranza così ampia nessuno di loro ha un reale potere di veto o di incidere realmente".
Ciò nonostante, comunque, dopo il richiamo a Salvini ecco che Draghi avrebbe deciso di
riportare Letta coi piedi per terra durante il loro incontro di ieri sera: troppo il clamore suscitato dalle sue battaglie identitarie, meglio evitare il rischio di uno strappo in un momento così delicato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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