Il suo ultimo desiderio era di essere sepolto a Chania, nell'isola di Creta, la terra dei suoi avi. Mikis Theodorakis aveva da anni organizzato tutto per riposare in eterno nella città dove è stato girato anche il film «Zorba il greco», tratto dal romanzo di un altro grande cretese, Nikos Kazantzakis: la scena con Anthony Quinn che balla al ritmo del sirtaki, musicato dal compositore morto giovedì scorso a 96 anni, si svolge sulla spiaggia di Stavros, a una ventina di chilometri dal sobborgo di Galatà, dove si trova la tomba di famiglia.
«Mi mancano tanto i miei genitori e mio fratello scomparsi da tempo, quando verrà l'ora della mia morte voglio raggiungerli lì», aveva detto in molte interviste. A Chania, alle uscite serali che vi faceva da ragazzo nei vicoli del porto veneziano e in particolare alle onde che scorgeva dalla casa paterna a Galatà, Mikis aveva dedicato molte canzoni, più romantiche e spensierate rispetto a quelle dell'impegno politico. Ma sapeva che il suo desiderio umanissimo di tornare per sempre a Creta era osteggiato dalla figlia e dalla moglie: per questo a partire dal 2013 aveva cominciato a scrivere lettere accorate al sindaco di Chania, ai suoi collaboratori più fidati, addirittura al leader del partito comunista KKE Dimitrios Koutsoumpas perché la sua ultima volontà fosse rispettata. Aveva persino già pagato una ditta di imprese funebri di Chania, per prevenire le scelte della figlia Margarita che infatti, a poche ore dalla morte del padre, ha annunciato che la sepoltura avverrà a Vrachati, vicino a Corinto, dove lei e la madre hanno una casa estiva.
Di qui la decisione del sindaco di Chania, Panaghiotis Simandirakis, e dei collaboratori del musicista di rivolgersi al Tribunale di Atene, che venerdì ha bloccato ogni iniziativa riguardo al funerale. Lunedì ci sarà la decisione definitiva sul luogo e i tempi dell'ultimo addio.
Intanto, su Facebook appaiono le prime reazioni della famiglia Theodorakis: il figlio Ghiorgos ha annunciato di volere rispettare le scelte del padre, così come il nipote Alessandro.
Margarita ha scritto invece che «un morto non può avere desideri, ormai». La Grecia, con le bandiere a mezz'asta nei tre giorni di lutto nazionale, assiste stupita al macabro diverbio. Creta, onorata dall'affetto di Mikis, lo attende.
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