Un proprietario di un bar che «esclude categoricamente di aver visto» Veronica Panarello passare davanti all'esercizio commerciale o una commerciante che conferma di «avere visto raramente Veronica Panarello entrare l'auto all'interno del garage». Sono alcune delle testimonianze raccolte da polizia e carabinieri di Ragusa nell'informativa agli atti dell'avviso di conclusione indagini della Procura sulla morte del piccolo Loris di 8 anni, il cui corpo è stato trovato il 29 novembre dello scorso anno a Santa Croce Camerina, nel ragusano. Per l'omicidio è indagata la madre, attualmente detenuta nel carcere di Agrigento. Dall'informativa emerge il forte scontro verbale tra i genitori della vittima intercettati in carcere. Inoltre, secondo gli inquirenti alcune partecipazioni di familiari della donna accusata a trasmissioni televisive «avrebbero un fine economico», ma anche quello di «convincere l'opinione pubblica dell'innocenza di Veronica». Nella famiglia dei genitori di Loris volano gli stracci. «L'avvocato Villardita non si sta impegnando come dovrebbe e sta invece prediligendo le numerose apparizioni televisive». È quanto affermano Antonella Stival, prozia del piccolo Lorys e il compagno, Gianni Penna, nelle intercettazioni contenute nelle 260 pagine depositate in Procura a Ragusa.
«La Stival evidenzia con tono polemico e riferendosi al padre di Veronica, Francesco Panarell , che questi si sia indebitamente appropriato del denaro versato (sul conto aperto in favore di Veronica) dai sostenitori della tesi innocentista». Secondo Antonella Stival «il fratello nasconde qualcosa, poiché, sin da subito, ha incolpato Veronica. Poi afferma che suo fratello è un violento perché picchiava la moglie e la figlia».