Cronache

Le falle nel sistema di allerta e i limiti della protezione civile

Il responsabile regionale: "I modelli matematici ci davano fenomeni in attenuazione". Curcio: "Dovremo approfondire"

Le falle nel sistema di allerta e i limiti della protezione civile

«Sto male dall'altra sera, quando ho seguito l'evoluzione dei fenomeni temporaleschi anche se non ero di turno. Sono profondamente rammaricato. Con il senno del poi avrei potuto dare un'allerta arancione ma non avevo indicazioni dai modelli matematici che mi suggerissero di alzare l'asticella del pericolo». Marzo Lazzeri, è il meteorologo del Centro funzionale della regione Marche che il 14 settembre ha diramato l'allerta gialla per il giorno seguente nei territori travolti poi dall'acqua e dal fango. Allerta che i sindaci hanno contestato perché troppo «blanda» rispetto ai morti e al disastro ambientale provocato dell'alluvione che si è abbattuta l'altra notte nelle province di Ancona, Pesaro e Urbino. In effetti, nel bollettino della Protezione civile, si prevedevano solo «precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Marche e Umbria, in estensione al Lazio». Un annuncio che non ha messo in allarme i sindaci delle zone più colpite. Che ora scatenano uno scarica barile di responsabilità.

Ci stati morti e anche grosse difficoltà nei soccorsi e i primi cittadini sostengono che è soprattutto colpa della fuorviante allerta diramata dalla Protezione Civile: fino a poco prima del violento temporale non evidenziava elementi di criticità in quelle zone poi pesantemente martoriate. Racconta Maurizio Greci, sindaco di Sassoferrato, comune in provincia di Ancona, tra i più colpiti dal nubifragio della scorsa notte: «Non avevamo ricevuto nessuna avvertimento particolare, soltanto un'allerta gialla della Protezione civile per vento e pioggia. Niente che potesse far presagire un disastro del genere». «Tutto è accaduto nell'arco di un'ora. È una situazione apocalittica, una cosa che in tanti anni non ho mai visto aggiunge Carlo Manfredi, sindaco di Castellone di Suasa, piccolo comune in provincia di Ancona piante e alberi trasportati come fuscelli».

Dunque, qualcosa è andato storto nella catena di comando. Lo ammette anche Fabrizio Curcio. All'uscita dalla sala operativa, spiega che sul tema dell'allertamento «bisognerà certamente approfondire. È un dato di fatto - ha aggiunto che l'evento, per come si è sostanziato, è stato molto, molto peggiore rispetto a quello che in qualche modo era stato previsto. Questo è evidente e influisce sulla catena di allertamento». Ma nonostante le perplessità dei vertici, nessuno, durante la riunione nella sala operativa della Protezione civile, ha puntato il dito contro il meteorologo che ha firmato il bollettino di allerta gialla. Il tempo delle accuse arriva dopo. Forse. Ora, dice Curcio «le priorità sono le persone e il ripristino dei territori per le utenze anche di acqua e gas».

Ma il tema della responsabilità resta. E Lazzeri spiega al Giornale come è arrivato alla conclusione di sottoscrivere un'allerta gialla. «Io e il mio collega abbiamo analizzato informazioni provenienti da modelli di previsione numerica, che davano fenomeni di attenuazione dal tardo pomeriggio e non segnalavano i fenomeni di persistenza, quelli che poi hanno causato l'enorme accumulo di precipitazioni. Per questi motivi ho dato l'allerta gialla per le zone interne della provincia di Pesaro e Ancona dove si prevedevano temporali intensi che comunque posso comportare criticità, come esondazioni locali».

Quello che non era stato previsto, ammette il meteorologo, era la diffusione dei fenomeni «nella bassa zona collinare e in quella costiera». È stato fatto un errore di valutazione? «No, le informazioni dei modelli di previsione numerica ci davano un altro quadro si difende Lazzeri - Purtroppo le previsioni sono una sfida. I modelli si basano sulle leggi della fisica: più il fenomeno è breve e localizzato, più è difficile prevederlo. A Cantiano sono scesi oltre 400 millimetri d'acqua in quattro ore, la metà delle precipitazioni in un anno.

Un evento eccezionale».

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