Magistratura

Famiglia arcobaleno, muore il padre biologico. I giudici impongono la trascrizione con 2 papà

Il bambino rischiava di restare senza genitori. Ma così si apre un caso

Famiglia arcobaleno, muore il padre biologico. I giudici impongono la trascrizione con 2 papà

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Ecco che un ginepraio come quello delle trascrizioni dei figli delle coppie omosessuali si semplifica di botto davanti alla morte. Un bimbo di nove anni, nato in California e residente a Milano, figlio di una coppia gay, perde il papà biologico un anno fa. Il secondo papà avrebbe rischiato di non avere in affido il bimbo e il piccolo di diventare orfano se non ci fosse stata una sentenza del Tribunale di Milano, resa nota ieri. I giudici dell'Ottava sezione hanno infatti imposto la trascrizione dell'atto di nascita con i nomi dei due genitori.

Da quanto riferisce il secondo papà l'adozione del piccolo non sarebbe stata possibile «in mancanza del consenso del genitore biologico». E la sentenza del Tribunale avrebbe sistemato le cose. Partiamo dall'inizio. Il bambino nasce nel 2015 in California ed entrambi i genitori chiedono che sull'atto di nascita venga indicato come padre single solo il genitore biologico, «per non avere problemi al rientro in Italia». Negli anni successivi la coppia chiede una rettifica alla Corte Suprema statunitense, ossia che sull'atto di nascita del bambino compaiano entrambi i nomi dei coniugi, modifica arrivata tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022. Qualche mese dopo, la tragedia. «Mio marito ha avuto un malore mentre era alla guida dell'automobile - ha riferito il secondo papà - Il nostro avvocato si è rivolto al Tribunale di Milano per farmi ottenere la tutela legale del bambino. Devo ringraziare anche i miei suoceri che non si sono mai opposti». Così a fine aprile è arrivato anche il decreto, ora definitivo: il Comune di Milano deve trascrivere l'atto di nascita inserendo i nomi dei due papà.

Una storia particolare che va contro le attuali leggi italiane: i sindaci non possono più registrare i bambini nati con maternità surrogata (nel caso dei padri gay) o con fecondazione eterologa (nel caso di madri lesbiche). A diffonderla ieri sono state le famiglie Arcobaleno. Ha commentato Alessia Crocini, presidente di famiglie Arcobaleno «che queste vicende ci danno la misura di quanto sia difficile la vita per le famiglie omogenitoriali in Italia. Nonostante piaccia al governo raccontare la menzogna che in Italia ogni bambino ha gli stessi diritti, dobbiamo ricordare che per le nostre figlie e i nostri figli esiste una disuguaglianza formale e sostanziale».

«Nel caso specifico - ha aggiunto - la buona notizia è che il papà ha avuto il pieno appoggio della famiglia del marito morto all'improvviso. Ma sappiamo bene che non è sempre così. Questa è una storia di dolore che meriterebbe essere vissuta nel privato e che per necessità diventa pubblica. Siamo stanchi e stanche di dover aspettare che accadano incidenti, lutti, separazioni, malattie affinché ci si renda conto di quanto è grave la totale mancanza di diritti per i bambini e le bambine delle famiglie Arcobaleno».

Secondo Crocini i bambini delle coppie omosessuali rischiano la discriminazione più degli altri.

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