
Un amore breve ma intenso e con un futuro radioso. Si può riassumere così il rapporto tra Giorgia Meloni e il mondo di Comunione e Liberazione che ieri le ha tributato una calorosa accoglienza al Meeting di Rimini interrompendo il suo discorso in varie occasioni con scroscianti applausi.
"Era dai tempi della partecipazione di Silvio Berlusconi al Meeting nel 2006 che non si vedeva un entusiasmo di questo genere per un leader politico" spiega un volontario di lunga data e, ciò che più colpisce, è il fatto che la premier abbia ricevuto una standing ovation ancor prima di iniziare a parlare.
Eppure non si tratta di un riconoscimento né inaspettato né casuale per una serie di motivi. Anzitutto per il consenso che l'azione di governo ha avuto in questi tre anni ma a colpire favorevolmente gli ospiti del Meeting sono stati gli argomenti trattati dalla premier nel suo discorso in cui ha toccato questioni fondamentali per il movimento tratteggiando un pantheon e ricordando le figure che più stanno a cuore a Comunione e Liberazione a cominciare dal fondatore Don Giussani. La premier non ha citato un discorso qualsiasi di Don Giussani ma quello pronunciato nel 1987 alla DC su cui si sono formati tutti gli esponenti di Cl che hanno deciso di scendere in politica.
Nel sottolineare la necessità di coniugare fede, cultura e impegno politico, Giorgia Meloni ha citato San Giovanni Paolo II per poi, nella parte finale del suo discorso, ricordare un grande autore cristiano come TS Eliot, oltre alla figura di Pier Giorgio Frassati. Consapevole di trovarsi di fronte a una platea cattolica ha ricordato il cardinale Robert Sarah e il nuovo pontefice Leone XIV oltre Atreju, il protagonista di Una storia infinita.
L'intervento di Giorgia Meloni è stato tutto incentrato sullo slogan della quarantaseiesima edizione del Meeting "costruiremo con mattoni nuovi", da qui l'utilizzo in più passaggi della parola "speranza", così come il richiamo ai volontari del Meeting definiti "giovani anticonformisti". Nell'anno del Giubileo - ricordato dalla Meloni - non poteva mancare un passaggio sulle politiche care al mondo cattolico come quelle a sostegno della famiglia e della libertà educativa.
Ma c'è anche un altro motivo per cui Giorgia Meloni ha trovato ad accoglierla al Meeting una platea amica ed è l'adesione di una parte consistente del mondo di Comunione e Liberazione a Fratelli d'Italia. Oltre a una componente legata a Forza Italia che fa capo in Lombardia a Massimiliano Salini e in Emilia Romagna a Valentina Castaldini e a chi aderisce a Noi Moderati di Maurizio Lupi, da qualche anno ha acquisito sempre più spazio un'area legata al deputato milanese di Fratelli d'Italia Lorenzo Malagola.
Alla sua prima legislatura e già segretario generale della Fondazione De Gasperi, ha avvicinato a Fdi una fetta ormai maggioritaria di Comunione Liberazione con candidature dai consigli comunali alle regioni fino alle europee. Un'operazione politica passata in parte sotto traccia ma che ha contribuito ad allargare la platea elettorale di Fdi rispetto al suo storico elettorato e di cui ieri si sono visti i frutti.