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Faro Bce sulle banche attive in Russia

Lagarde vuole tutti i dettagli. La Francia chiede di rinviare il rialzo dei tassi

Faro Bce sulle banche attive in Russia

La Banca centrale europea ha invitato gli istituti di credito che operano in Russia a riferire sui rischi che si stanno verificando con l'intensificarsi delle tensioni sul fronte ucraino. L'ente guidato da Christine Lagarde, secondo quanto riferito da Bloomberg sta richiedendo alle banche di valutare i rischi di liquidità, la qualità del credito, le posizioni in valuta nonché la continuità del business le operazioni in corso. La Bce è in stretto contatto con le singole autorità nazionali per determinare l'impatto di un'eventuale escalation.

Nell'area euro, tuttavia, l'esposizione bancaria nei confronti della Russia è contenuta a circa 121 miliardi di dollari. Un ammontare concentrato principalmente in tre banche: l'italiana Unicredit in Italia, la francese Société Générale (25 miliardi di dollari per entrambe) e l'austriaca Raiffeisen (circa 17 miliardi), secondo quanto riportato dall'osservatorio di Oxford Economics. L'eventuale inasprimento delle sanzioni in caso di invasione dell'Ucraina, sebbene possa avere un impatto considerevole sui risultati conseguiti in Russia, «avrà riflessi modesti sul totale degli attivi (meno del 3% delle attività ponderate per il rischio nel caso di SocGen e UniCredit, circa il 10% per Raiffeisen)», rimarcano gli analisti britannici confermando che «il rischio sistemico in generale per il sistema bancario europeo è limitato». Quanto ai mercati azionari, «è probabile che registreranno una maggiore volatilità, concentrata in particolare sulle società con esposizioni più ampie, ma non prevediamo che le azioni europee subiranno perdite consistenti e prolungate a meno che il conflitto non si intensifichi gravemente», conclude il report di Oxford Economics.

Ieri le Borse del Vecchio Continente hanno chiuso tutte in leggero ribasso: Milano ha perso lo 0,34%, Francoforte lo 0,42% e Parigi lo 0,1 per cento. Lo spread tra Btp e Bund decennali si è riportato sopra quota 170 punti base chiudendo a 172.

Il programmato rialzo dei tassi potrebbe, pertanto, mettere in crisi i Paesi a debito elevato se la situazione geopolitica non migliorasse e le tensioni inflazionistiche non si sopissero. Ecco perché il governatore della Banque de France, François Villeroy de Galhau, ritiene che la Bce dovrebbe «prendere tempo» e mantenere la «flessibilità» per l'uscita dalle misure di stimolo.

«Il tempo è essenziale per evitare errori», ha rilevato, e bisogna soppesare le azioni che vanno «prese non troppo tardi con il rischio di lasciare correre l'inflazione e non troppo presto per non frenare la ripresa».

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