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"Fateci vedere i figli bruciati": nell'apocalisse 60 dispersi

Atene ridotta in cenere fa i conti con 81 vittime e duemila case distrutte. Strazianti le scene dei genitori negli obitori

"Fateci vedere i figli bruciati": nell'apocalisse 60 dispersi

I l secondo incendio più devastante del 21mo secolo. Questo è stato il rogo di Mati che ha flagellato la Grecia, con 81 vittime accertate e 500 feriti, di cui 70 gravi (tra cui 23 bambini). La Grecia si è svegliata con la cenere nel cuore.

Piangono i 200 ingegneri che da ieri stanno censendo i danni tra Mati, Pentelis e Maratona: circa 2000 gli immobili andati distrutti o fortemente danneggiati in zone dove le richieste di condono hanno sfiorato i centomila acri. Tutto abusivo, o quasi, ciò che è andato in fumo: ragion per cui anche su questo aspetto la magistratura dovrà valutare l'assenza di vie di fuga e le responsabilità degli enti locali, accanto ai ritardi dei soccorsi.

Delle 81 vittime già si è detto, ma la preoccupazione adesso è che sotto la cenere di strade, alberi e case ve ne siano altre. I dispersi sono 60, con poche chanches di trovarli vivi come Sophia e Vasiliki due gemelline di nove anni di cui si sono perse le tracce. Erano state segnalate su un gommone, appartenente alla «pattuglia» di 30 barche private che si erano precipitate nella baia di Mati per soccorrere chi si tuffava per fuggire dalle fiamme. Ma pare non siano loro.

Lo staff dei sommozzatori al lavoro per cercare i superstiti è impreziosito da una volontaria che ha mollato la sua vacanza a Mykonos per unirsi ai soccorsi. A Goudì c'è una macabra fila all'obitorio ateniese: alcuni genitori vorrebbero vedere i cadaveri in cerca dei propri figli. Gli addetti non sanno come dire loro che c'è una procedura e fin quando non si potrà fare l'esame del dna non ci saranno risposte.

Un giornalista americano trova una tartaruga viva, un altro immortala un bancomat ritrovato in spiaggia, accanto a un pareo e una bambola. «Sembra l'inferno dantesco», sussurra a mezza bocca Vassilis. Suo fratello è uno dei vigili del fuoco al lavoro da due giorni. Da ieri notte, confessa «ha gli incubi e non credo gli passeranno facilmente». Tutto odora di morte, grida un suo collega, prima di rifugiarsi nell'autobotte, con le gote scottate. Guadagna a malapena mille euro e rischia la vita.

Da ieri sera è stata ripristinata a Mati la rete idrica mentre per quella elettrica si prevedono tempi lunghi. Il recupero delle carcasse di auto incenerite è l'unica cosa che procede rapidamente.

Corre invece la macchina della solidarietà, con squadre di calcio, aziende e semplici cittadini che hanno messo mano al portafoglio. Come il milione di euro dell'Olympiacos calcio, che si somma all'enorme quantità di cibo, lenzuola, medicinali che da tutto il Paese stanno confluendo nel centro di coordinamento dei soccorsi a Rafina.

«La risposta del mondo è enorme, grazie a tutti, in questo momento è impossibile gestire la grandezza del loro amore» commenta commosso il sindaco di Rafina, Vangelis Bournos. Una nave carica di cibo è salpata nella notte da Santorini. Una dozzina di comuni hanno assemblato camion interi di alimenti e farmaci.

Fiori sono stati deposti all'esterno dell'ambasciata greca a Mosca. A Roma la bandiera bianca e azzurra è a mezz'asta nella sede displomatica ai Parioli.

Poi ci sono le misure straordinarie del governo, come i 20 milioni di euro per le necessità primarie di questi giorni. É stato anche attivato un conto corrente per donazioni alle vittime, accanto alla vigilanza contro gli sciacalli che sono già segnalati nelle zone colpite (ne sono stati arrestati 4 ieri).

Nelle prossime ore potrebbe saltare la poltrona del ministro dell'interno Panos Skourletis, principale indiziato per il mancato piano di emergenza.

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