La Fedeli: "Smartphone in aula per combattere le fake news"

Il ministro dell'Istruzione apre alla possibilità di ammettere i telefonini sui banchi di scuola: sostiene che si tratti di un "utile strumento di apprendimento"

La Fedeli: "Smartphone in aula per combattere le fake news"

Valeria la rossa colpisce ancora. Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli torna ad animare il dibattito politico con una proposta che, c'è da giurarci, farà discutere: sdoganare gli smartphone all'interno delle aule.

Proprio così: telefoni in mano ai ragazzini anche durante le lezioni perché, secondo il ministero, "è uno strumento che facilita l'apprendimento, una straordinaria opportunità che deve essere governata". Addirittura gli uffici del Miur hanno preparato una commissione apposita che costruisca le linee guida dell'utilizzo dello smartphone in aula.

"Li vedo e li frequento, i ragazzi. E so che non si pu continuare a separare il loro mondo, quello fuori, dal mondo della scuola", insiste la Fedeli in un'intervista a Repubblica.

E c'è di più. Perché nella stesura delle nuove regole per promuovere l'utilizzo dei cellulari ai banchi, la titolare del ministero dell'Istruzione si lancia anche in un'altra crociata: quella della guerra alle fake news. "Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s'imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo." Come si deciderà cosa è fake e cosa no, resta ancora un mistero.

Il Codacons: "Follia pura"

La proposta del ministro è stata subito criticata dal Codacons, che per bocca del suo presidente Carlo Rienzi boccia senza appello l'idea che arriva dalla titolare del Miur: "Non capiamo se questa idea di consentire l'utilizzo dei telefonini in classe sia uno scherzo, una provocazione, o il frutto di un colpo di testa del Ministro - spiega il presidente Carlo Rienzi - Al pari dei cellulari, anche le sigarette o i prodotti alcolici fanno parte del mondo dei ragazzi: allora perché, seguendo il criterio del Ministro, non

consentire di fumare e bere durante le lezioni? Si tratta di un provvedimento pericolosissimo, che rischia di portare i ragazzi alla perdita della capacità di pensare, leggere e scrivere in modo indipendente dai telefonini"

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