Fi non insegue il Carroccio: "Noi mai sudditi di Di Maio"

Tajani risponde ai leghisti: «Se loro vogliono lasciare il centrodestra per andare con i grillini facciano pure»

Fi non insegue il Carroccio: "Noi mai sudditi di Di Maio"

Ha parlato con Silvio Berlusconi, ci ha dormito su una notte e poi Antonio Tajani ha dato la risposta di Forza Italia a Giancarlo Giorgetti: «La Lega indica la strada per la Lega, che non è padrona del centrodestra. Se vogliono finire sudditi di Di Maio, facciano pure».

Ad Arcore le parole del sottosegretario sul nuovo soggetto populista-sovranista con Matteo Salvini leader, sono suonate come un atto di guerra, non la solita provocazione leghista. L'irritazione del Cavaliere ha eco nella durissima dichiarazione del vicepresidente azzurro, anche a beneficio di chi nel partito tifa per il Carroccio. «Se vogliono lasciare il centrodestra per andare con i grillini - dice il presidente dell'Europarlamento, fuori dalla sinagoga di Milano - e fare il reddito di cittadinanza, inseguire Toninelli, per lasciare Genova nelle condizioni in cui sta, facciano pure. Se sono contro tutte le grandi opere, facciano pure. Non credo però che gli elettori della Lega siano contenti del reddito di cittadinanza, che la gente deve pagare per chi non lavora e sta sul divano. Se questo è il modello di politiche e di scelte che hanno, peggio per loro». Il numero due di Fi rimarca le differenze, rivendica identità e valori azzurri, dice no alla subalternità al Capitano. «Noi andiamo avanti per la nostra strada e crediamo nel centrodestra, siamo fedeli agli elettori che ci hanno votato il 4 marzo. Non crediamo nel sovranismo e non abbiamo bisogno di sventolare bandiere americane o russe per difendere la nostra sovranità. Anzi, se sento certi discorsi mi preoccupo e mi vengono in mente brutti ricordi del passato». Così, spiegano in casa azzurra, Tajani «chiude la partita» e ne ha anche per chi in Fi continua a fare la fronda, parlando di una dirigenza scelta dall'alto, come se fosse diverso. «Toti ha fatto il consigliere politico di Berlusconi e per tanto tempo. Ed è stato nominato da Berlusconi. Ricordo che si affacciò con lui da un centro benessere dove si facevano le diete, vestito come lui». Evoca la foto del 2014 del Cavaliere sul lago di Garda con accanto un Toti in tuta bianca, allora indicato come suo «delfino». Non andò così, suggerisce il vicepresidente di Fi, e ora il governatore fa l'indipendente criticando chi è rimasto vicino al leader. Tajani conferma anche la settimana di mobilitazione contro il reddito di cittadinanza e la manovra, con gazebo in tutt'Italia.

«Toti decida che vuole fare da grande- sbotta Stefano Mugnai, vicepresidente dei deputati di Fi-. Il centrodestra c'è e governa bene in tanti comuni e regioni». Alla leader di Fdi Giorgia Meloni replica la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini: «Stia tranquilla. Fi è antitetica tanto al Pd quanto al M5s. Ricordo invece quando Fdi durante la formazione del governo ha provato ad entrarci, respinta dallo statalista Di Maio. Chi troppo vuole...».

Dentro Fi c'è chi pensa ad un disegno egemonico di Salvini per succhiare voti a Fi ma anche al M5s e chi teme un'alleanza con i

grillini. E le elezioni in Toscana potrebbero essere il banco di prova, se la Lega candiderà la neocommissaria in Regione e consigliera al Viminale Susanna Ceccardi, che da sindaca di Cecina proponeva patti civici con i 5S.

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