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Fiat sotto accusa negli States: "Falsi i dati sui gas di scarico"

Per le autorità Usa Fca avrebbe inserito un software che "tarocca" le emissioni. Crolla il titolo in Borsa: -16%

Fiat sotto accusa negli States: "Falsi i dati sui gas di scarico"

Fca come Volkswagen, anche se i numeri che finora sono stati rilevati sono di molto inferiori a quelli che hanno scatenato lo tsunami che ha coinvolto il gruppo tedesco. Le accuse arrivano dall'Agenzia americana per la protezione dell'ambiente (Epa) in pieno Auto Show di Detroit. Anche per Volkswagen i problemi cominciarono durante un Salone, quello di Francoforte 2015, e sempre con mittente la stessa agenzia. Non a caso due grandi casse di risonanza. Secondo l'Epa, Fca ha inserito nei motori di 104.000 vetture diesel vendute negli Usa un software che consentiva di denunciare livelli di emissioni inquinanti inferiori a quelli reali. Le accuse cono contenute in una nota pubblicata sul sito dell'Authority. E per il titolo Fca è iniziato il calvario. Il valore delle azioni è così precipitato dopo la scalata degli ultimi mesi che aveva riportato la quotazione oltre la soglia dei 10 euro. Pesantissimo, alla fine, il calo: -16,14% con il titolo a 8,78 euro.

Fca rischia ora una multa potenziale di 4,63 miliardi di dollari per avere presumibilmente violato leggi sulle emissioni. A quantificare già il costo di questo presunto nuovo Dieselgate, fino a 44.539 dollari per veicolo, è stata sempre l'Epa. Se sarà così, è inevitabile che gli obiettivi che l'ad Sergio Marchionne ha appena confermato da Detroit, saranno da rivedere. In una sola giornata sono stato bruciati circa 2 miliardi di capitalizzazione. A pagare dazio è stata anche la controllante Exor di casa Agnelli-Elkann con una flessione del 9,36%, a quota 40 euro per azione. Male anche Ferrari (-2,22%) e CnhI con -1,36%.

«Tutto è ancora da dimostrare - commenta un analista - resta il fatto, però, che a causa del forte indebitamento, a fine anno stimato a 5 miliardi, il Lingotto avrebbe più problemi a disporre di liquidità per far fronte alle eventuali sanzioni».

Due i modelli entrati nel mirino dell'Authority: la Jeep Grand Cherokee prodotta a Jefferson (Detroit) e il pick-up Ram 1500 realizzato a Saltillo, in Messico, entrambi equipaggiati con il motore diesel di 3 litri dell'italiana Vm, l'azienda di Cento (Ferrara) rilevata anni fa dal Lingotto. Il periodo preso in esame dall'Epa è quello tra il 2014 e il 2016.

L'indagine ufficializzata ieri (violazione del «Clean air act»), si affianca a quella analoga, giunta alle stesse conclusioni, del California air resources board (Carb). «Continuiamo a investigare la natura e l'impatto di questi software - puntualizza Cynthia Giles, dell'ufficio compliance dell'Epa -: tutti i costruttori devono giocare secondo le stesse regole e continueremo a ritenere responsabili le società che guadagnano un iniquo e illegale vantaggio competitivo». «Ancora una volta, un grande gruppo automobilistico ha preso la decisione imprenditoriale di eludere le regole e venir colta sul fatto - rincara dose la presidente del Carb, Mary Nichols -; insieme all'Epa abbiamo preso l'impegno di aumentare i controlli in seguito agli sviluppi del caso Volkswagen. Ed ecco il risultato di questa collaborazione». L'Agenzia americana sostiene di aver rilevato, nei motori delle vetture in oggetto, almeno otto elementi software non dichiarati che potrebbero aver portato alla rilevazione di livelli di emissione inferiori a quelli reali durante i test per il rilascio della certificazione di conformità degli autoveicoli alle norme ambientali. È però ancora da stabilire se i «dispositivi ausiliari di controllo delle emissioni» riscontrati nei motori possano essere considerati defeat devices illegali, ovvero se siano stati inseriti con l'apposito intento di frodare le autorità, come quelli presenti nei motori delle auto Volkswagen.

Automotive News, da parte sua, rivela un retroscena: a irritare l'Epa sarebbe stato il fatto che Fca ha continuato a vendere veicoli a gasolio del 2016, nonostante il rifiuto dell'Authority a certificare i cosiddetti «model year 2017».

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