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"Fiducia e niente ansia" Mattarella dà lezioni al governo e al Paese

Intervento straordinario del presidente in tv Critiche per una gestione finora non univoca

"Fiducia e niente ansia" Mattarella dà lezioni al governo e al Paese

Sì, è dura, durissima. Ma ce la faremo. Seduto alla scrivania del suo studio, le bandiere sulla destra, un arazzo a fare da sfondo, alle sette della sera Sergio Mattarella entra per tre minuti e mezzo nelle case degli cittadini e li invita a tenere botta. «Seguite le indicazioni del governo, suggerite dagli scienziati per evitare il diffondersi del contagio, e abbiate fiducia nell'Italia. Siamo un grande Paese moderno con un efficiente sistema sanitario. Supereremo questo momento impegnativo». Il capo dello Stato parla alla gente: «Niente paura, evitate ansie immotivate e controproducenti». E parla alla politica: «Il governo ha il compito e gli strumenti per decidere, la cabina di regia fa le scelte necessarie in collaborazione con le Regioni». Quindi, basta polemiche, «serve unità di intenti». E basta con «le iniziative particolari che si discostano dalle indicazioni assunte nella sede di coordinamento». Dividersi adesso, con 600 nuovi casi al giorno, sarebbe assurdo, folle.

Il presidente voleva intervenire mercoledì, quando Palazzo Chigi ha deciso la seconda stretta, poi ha preferito lasciare spazio a Conte. Scende in campo adesso, subito dopo l'ultimo pesante bollettino della Protezione civile e dopo aver soppesato i pro e i contro di una sua apparizione in tv - l'ultimo intervento così diretto di un presidente della Repubblica risale alla caduta delle Torri Gemelle -, calcolando il possibile effetto panico di un discorso alla nazione contrapposto alla necessità di rassicurare gli italiani con tutto il peso del suo carisma, per dare anche una copertura istituzionale all'esecutivo, che nelle sue mosse appare piuttosto incerto.

Quindi sì, ammette, «c'è preoccupazione per l'insidia di questo nuovo virus»: l'Italia «sta attraversando un periodo particolarmente impegnativo e lo sta affrontando doverosamente con piena trasparenza di informazione». Ma è pure il momento del «senso di responsabilità. Il governo ha stabilito una serie di indicazioni, semplici ma importanti, per evitare il rischio di allargare il contagio. Desidero invitare tutti a seguirle, anche se possono modificare temporaneamente qualche nostra abitudine di vita». Ne vale la pena, assicura. «Rispettando quei criteri di comportamento, suggeriti da scienziati ed esperti di valore, ciascuno di noi contribuirà concretamente a superare l'emergenza».

Dunque, fidatevi di quanto dice Palazzo Chigi. Li c'è una «cabina di regia alla quale spetta assumere le decisioni in maniera univoca». E qui Mattarella critica la gestione della crisi, forse un po' confusa, altalenante tra allarme sanitario e voglia di far ripartire l'economia, sicuramente finora non «univoca». Però non è proprio questo il giorno delle polemiche. «Il periodo che stiamo attraversando richiede coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti nell'impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi di informazione». Scontri tra Stato e Regioni, liti tra maggioranza e opposizione, polemiche sparse sull'efficacia dei provvedimenti. Davvero non è il momento, dice il presidente, diamoci tutti una regolata e remiamo dalla stessa parte.

Pure i cittadini. La paura «è comprensibile» però siamo attrezzati. «Abbiamo un sistema sanitario eccellente, che sta operando con efficacia e generosa abnegazione del suo personale a tutti i livelli». Anche il disagio si può capire, infatti il capo dello Stato ringrazia gli abitanti delle zone rosse che «con grande serietà seguono le indicazioni degli esperti e sopportano i sacrifici a cui sono sottoposti». Ma la battaglia è lunga, non solo in Italia, forse serviranno altre «misure straordinarie per sostenere l'opera dei medici impegnati sul campo». Strutture, materiali, nuovo personale, magari altre rinunce da chiedere ai cittadini.

Chiude esprimendo «vicinanza ai malati e alle famiglie delle vittime». Infine, parole di speranza. «Cari concittadini, senza imprudenze ma senza allarmismi, possiamo e dobbiamo aver fiducia nella capacità e nelle risorse di cui disponiamo.

Dobbiamo e possiamo aver fiducia nell'Italia».

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