Per due giorni, quella foto ha tormentato Alberto Torregiani. È lo scatto che ha fatto il giro del mondo, due uomini anziani che sorridono, uno accanto all altro, e che si stringono la mano con forza. Uno è il Papa, l'altro è Luiz Inacio da Silva detto Lula, ex presidente del Brasile, da poco scarcerato dopo la condanna per corruzione. Ma nell'uomo con la barba accanto a Francesco, Torregiani non vedeva solo il leader carismatico, il leader controverso, l'ex detenuto che si è sempre proclamato innocente. Vedeva l'uomo che per lunghi anni ha ospitato e protetto l'assassino di suo padre, un terrorista feroce e mai pentito: Cesare Battisti, il sicario dei Proletari armati per il comunismo che nel 1979 uccise l'orefice Pierluigi Torregiani, che nel Brasile di Lula ha trovato di fatto asilo politico, e che solo con la caduta di Lula e l'arrivo al potere delle destre ha visto crollare la sua intoccabilità. Battisti capì che l'aria era cambiata, fuggì in Bolivia, li venne catturato ed estradato, e ora sconta l'ergastolo nel carcere di Oristano. Ma se fosse stato per Lula, Battisti sarebbe ancora libero.
Cosa ci faceva, il Papa, accanto all'uomo che ha protetto un assassinio? Questo l'interrogativo che per due giorni ha tormentato Torregiani: che delle imprese dei Pac porta addosso i segni non solo nel cuore ma anche nel fisico, perché rispondendo al fuoco dei terroristi suo padre lo colpì, rendendolo invalido per sempre. E ieri esce allo scoperto con un lungo messaggio su Facebook che critica apertamente papa Bergoglio per l'amichevole incontro con Lula. «Che venga accolto a braccia aperte, che venga benedetto dalla guida spirituale del cristianesimo colui che è l'esatto opposto di tutto il pensiero cristiano: no, questo va oltre ogni ragionevole pensiero», scrive il figlio dell'orefice assassinato. E non si parli, dice Torregiani, di un semplice gesto di cortesia da parte del Pontefice: «La cortesia viene posta a coloro che nel cammino hanno riposto azioni di gentilezza e beneficenza».
Invece l'uomo che il Papa ha accolto con tutti gli onori «è un presidente che ha usato due pesi e due misure nelle decisioni di giustizia e di moralità, ospitando nella sua casa un carnefice condannato di omicidi», ricorda Alberto Torregiani, dichiarandosi «molto dispiaciuto come cristiano e come uomo nel vedere schiacciato il senso di parole come etica, giustizia, integrità». Nel suo post, il figlio della vittima di Battisti critica per avere incontrato Lula anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti e il ministro dell'economia Roberto Gualtieri.
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