La fine della socialità borghese

Plaudiamo i ristoratori che, in questi giorni, consegnano simbolicamente ai sindaci le chiavi dei loro locali

La fine della socialità borghese

Plaudiamo i ristoratori che, in questi giorni, consegnano simbolicamente ai sindaci le chiavi dei loro locali. I ristoranti, infatti, rischiano di morire, se come sembra, questa situazione di emergenza dovesse diventare la norma e durare dagli uno ai due anni. E anche i locali di lusso e stellati, come hanno messo in guardia Gianfranco Vissani e, ancor prima, David Chang, lo chef del newyorkese Momofuku: l'industria dei ristoranti non sopravviverà al Covid, ha detto. E purtroppo temiamo che non sia una esagerazione, visto che le norme stringenti a cui dovranno obbedire ne decimerà una gran parte, lasciando largo spazio ai fast food, alle grandi catene che potranno affrontare i costi, e uno piccolo ai locali di lusso, che lo diventeranno ancor più. Distrutta sarà la ristorazione media, oltre a quella «popolare» da osteria nel senso antico del termine, che magari a Milano non esiste più ma che è larga parte di città come Roma e Napoli. Il ristorante diventerà un ambiente da frequentare rarissimamente, e solo in grandi occasioni, anche perché il pranzo e la cena saranno ritmati da gesti e da procedure igienico-sanitarie, che ne renderanno poco rilassante l'esperienza. Al contrario, nella catena di montaggio del fast food, tutto sarà più rapido e indolore, in tutti i sensi.

La morte della ristorazione porterà con se la fine definitiva della socialità borghese. Il ristorante infatti è figlio della borghesia, e prende piede a partire dall'Ottocento. Prima si desinava fuori ma in bettole, osterie e taverne, frequentate soprattutto dal popolo che ci si recava solo per riempirsi la pancia. Al contrario, i borghesi si attovagliavano anche per parlare, per conoscersi, per stringere relazioni, non solo affettive ma pure di lavoro. Fu anche grazie al ristorante che si sviluppò quella civiltà della buone maniere che ha portato all'addolcimento dei costumi, per dirla con il grande sociologo tedesco Norbert Elias.

Al suo posto, rischiano domani di prevalere le cattive maniere dell'uomo massa digitalizzato: avete presente i locali di Blade runner? La fine del ristorante porterebbe poi con sé lo sradicamento dalle tradizioni culinarie, che tanta parte hanno nell'identità di una nazione. È un processo irreversibile? Forse no: confidiamo allora nell'estro e nel genio dei nostri ristoratori, oltre che negli aiuti del governo, nel caso si svegliasse.

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