Madrid - Era lui che un anno fa, aveva dattiloscritto su una pagina di carta bianca il messaggio che annunciava la fine delle fini. Dopo tante decisioni disattese, per strategia come l'ultimo colpo di coda mortale a Madrid, e per contrasti interni coi leader più giovani, Jose «Josu» Antonio Urrutikoetxea Bengoetxea, detto Josu Ternera, 68 anni, il 3 maggio del 2018, annunciava lo scioglimento totale e definitivo dell'Eta, l'organizzazione terrorista irredentista basca, la più longeva dal 1958. Ternera, l'ultimo lider maximo dei terroristi baschi, usava queste parole per chiudere un'epoca di sangue, con quasi mille morti: «Abbiamo smantellato tutte le nostre strutture operative ed è conclusa qualsiasi attività dell'Eta. Questa organizzazione non sarà più un attore che assume posizioni politiche o promuove iniziative. Quest'ultima decisione vuole favorire una nuova fase storica. L'Eta nacque da questo popolo e ora in questo popolo si scioglie».
E, forse, voleva anche lui dissolversi nel nulla agli occhi della giustizia spagnola che da diciassette anni lo cercava, tra Spagna e Francia, dove ieri, è stato arrestato a Sallanches, nella regione dell'Alta Savoia, nel corso di un'operazione congiunta della Guardia civil e del corpo di sicurezza interna della Gendarmerie. «Il terrorista ha detto Fernando Grande-Marlaska Gómez, ministro degli Interni spagnolo ed ex magistrato - viveva nella zona di Saint-Gervais-les-Bains, molto conosciuta per gli sport invernali, vicino al confine tra Francia, Svizzera e Italia». E a una quarantina di chilometri da Ginevra, sede dello storico annuncio della fine dell'Eta.
Josu Ternera è l'ultimo dei capi dell'Eta, anche se da anni aveva rinunciato a ogni carica militare, spingendo per il disarmo del gruppo e lo scioglimento. Era ricercato dal 2002 per avere organizzato materialmente nel 1987 l'attentato dinamitardo nella caserma della Guardia Civil di Saragozza, in cui morirono sei agenti e cinque figli minorenni. Il suo braccio destro operativo, María Soledad Iparraguirre Guenechea, conosciuta come Anboto o Marixol, artefice di almeno cinque attentati e sette rapine, fu arrestata nel 2004 nel Sud della Francia e condannata nel 2010 dalla Giustizia transalpina a vent'anni di galera. Soltanto alla fine della pena, Marixol sarà estradata in Spagna per scontare l'ergastolo.
Diverso, invece, il destino per Josu Ternera che sarà estradato in Spagna. Rischia la condanna a vita, ma i giudici potrebbero considerare la volontà dell'ex comandante di avere velocizzato, prima il disarmo e poi lo scioglimento dell'organizzazione, ormai privata degli appoggi politici e del consenso dei baschi. Sorprese molto l'opinione pubblica, le autorità e la potente organizzazione dei famigliari vittime dell'Eta, trovare nel comunicato scritto da Ternera, parole di scuse per il dolore causato ai parenti delle vittime. Ternera aveva usato parole di scuse che mai nessun etarras aveva pronunciato, dicendosi addolorato per le morti, per poi accusare Madrid di averli costretti a ricorrere alla violenza per rivendicare l'indipendenza dei Paesi Baschi.
Secondo l'intelligence spagnola ci sono almeno altri cento etarras tuttora latitanti tra Spagna, Francia e Sudamerica, soprattutto in Venezuela e Colombia.
Josu Ternera e Maria Soledad Iparraguirre erano gli ultimi mattoni della storica cupola dell'Eta. Soltanto ora, si può dire che è davvero finita, perché il serpente spiraliforme che stringe l'accetta da boscaiolo, simbolo maligno dell'Eta, è stato finalmente decapitato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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