Cronache

"Finsi di svenire per evitare le botte"

Racconto choc di Noemi, la sorellina di Giuseppe, ucciso dal patrigno a Cardito

«Ho visto Giuseppe sul divano, non riusciva a parlare, aveva gli occhi un po' aperti e un po' chiusi. Gli ho detto: respira». Sono fotogrammi di un film dell'orrore quelli raccontati da Noemi, la sorella del bambino di sette anni, ucciso il 27 gennaio scorso a Cardito, in provincia d Napoli, dalle botte del patrigno Toni Essobti Badre.

L'uomo lo ha afferrato per il collo, nel tentativo di strangolarlo, poi lo ha colpito in testa ripetutamente con il manico di una scopa. Non era la prima volta che scaricava la sua rabbia addosso ai due bambini. Ma quella è stata l'ultima, fatale, per il maschietto. Noemi, rimasta per giorni ricoverata all'ospedale Santobono anche lei per le percosse, il 29 gennaio era stata sentita in un incontro protetto dalla psichiatra infantile Carmelinda Falco, a cui aveva raccontato quel calvario: «Una volta papà Toni voleva farmi star zitta e mi ha tenuto con la bocca aperta sotto al rubinetto con l'acqua aperta». La psichiatra ieri ha ripetuto tutto, testimoniando in aula nel corso nel processo che si sta svolgendo in Corte d'Assise a Napoli.

Il patrigno è chiamato a rispondere di omicidio mentre la compagna, madre dei due ragazzini, solo per omessa vigilanza. «Basta! Li stai uccidendo», aveva reagito il giorno della tragedia riferita a Toni. Una difesa solo verbale, da quanto riferito da Noemi. Non avrebbe mai cercato di fermare l'uomo, facendo scudo con il suo corpo.

La dottoressa, rispondendo alle domande del pm Paola Izzo, ha descritto anche lo stato psicologico della bimba: «Per difendersi aveva creato una strategia: fingeva di svenire. Una strategia che aveva suggerito anche a Giuseppe e a noi, che la stavamo aiutando, in quanto ci riteneva in pericolo». Aveva anche cercato di chiedere aiuto alle maestre. Ma non è stata presa sul serio. Lo conferma la neuropsichiara: «Gli ho chiesto cosa diceva alle maestre? E la bimba ha risposto: dicevo chiama i carabinieri e non li hanno chiamati».

E ora le due insegnanti e la dirigente scolastica state citate a giudizio per omissione di denuncia.

L'udienza si terrà davanti al giudice monocratico del Tribunale di Napoli Nord, ma ancora non è stata fissata.

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