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Fisco, ecco come funziona un condono "saldo e stralcio"

Il contratto di governo prevede la pace tributaria sulle cartelle fino al 2014 con tre aliquote in base al reddito

Fisco, ecco come funziona un condono "saldo e stralcio"

U n condono fiscale pronto all'uso con la rottamazione delle cartelle esattoriali al di sotto dei 100.000 euro. I dettagli, verosimilmente, saranno discussi quest'estate sotto l'ombrellone, e l'operazione potrebbe essere inserita nella legge di Bilancio e arrivare all'approvazione per le feste di Natale. Giusto in tempo per fare pace con il Fisco.

È questo il progetto del ministro dell'Interno Matteo Salvini, che dovrebbe portare denaro nelle casse dello Stato. Quanto? L'obiettivo indicato da Armando Siri, senatore della Lega e sottosegretario allo Sviluppo, è 35 miliardi. Secondo la Cgia, in 45 anni le varie sanatorie hanno fatto incassare allo Stato, 131,8 miliardi.

Ma gli esperti avvertono: il condono ha senso solo se contenuto all'interno di una riforma di ampia portata e che renda più difficile poi l'evasione. «Il successo di un condono - sostiene Leo De Rosa, socio fondatore dello studio legale e tributario Russo De Rosa Associati - non deve essere valutato solo sull'incasso, ma sugli effetti a ampio raggio in termini di inclusione nella legalità del maggior numero possibile di evasori con impatti quindi strutturali sulle entrate statali. Questo risultato è aiutato dalla riforma del sistema tributario in termini di semplificazione e di ridimensionamento delle pretese erariali». De Rosa spiega: «Se contribuire risulta più semplice diventa al contempo più difficile evadere agevolando così i controlli da parte dell'Amministrazione finanziaria». Un esempio? La voluntary disclosure.

Al di là di come il legislatore deciderà di strutturare la procedura del condono, «si rischia in ogni caso un pasticcio». Lo sostiene Maurizio Logozzo, professore di Diritto tributario all'Università Cattolica di Milano, il quale ricorda che in corso, proprio in questi giorni, una definizione agevolata delle pendenze. Cioè, una rottamazione bis delle cartelle. Proprio a fine mese, per poter archiviare le cartelle con la riscossione, l'Agenzia delle entrate dovrebbe comunicare ai contribuenti l'accettazione o meno della domande di adesione, gli importi dovuti e la scadenze previste dalla legge. Ma se si profila all'orizzonte il condono annunciato da Salvini, che si presenta come una rottamazione ter ancor più conveniente della bis, i bollettini rischiano di rimanere inevasi.

Oggetto di un condono, come spiega Logozzo, possono essere tutte le imposte erariali «nei termini voluti dal legislatore che non possono essere sottoposti a giudizio neppure da parte della Corte costituzionale». Più in dettaglio, l'idea alla base della pace fiscale prospettata è presto detta, almeno nel contratto di governo: i contribuenti con cartelle emesse fino al 2014 potranno aderire all'iniziativa con il meccanismo del «saldo e stralcio» pagando una percentuale minima della cartella. Ovvero si parla solo di contestazioni già accertate da parte dell'erario in relazione a imposte non pagate o erroneamente corrisposte. Il contratto di governo prevede tre diverse aliquote di pagamento (25%, 10% e 6%), applicate in base al reddito. Le cartelle «condonabili» potrebbero avere ad oggetto Irpef e Iref, ad esempio, ma anche il mancato del canone Rai. Quanto alle imposte locali (dalla Tari sulla spazzatura al bollo auto), secondo quanto spiegato Logozzo, il legislatore potrebbe consentire la rottamazione delle cartelle ma non obbligare le singole istituzioni ad aderire all'iniziativa. Finora non è mai accaduto. Ma mai dire mai.

«Sono invece escluse dalla portata dell'operazione le imposte proprie europee come l'Iva, le accise, ad esempio quelle energetiche, e infine i dazi doganali oggi più che mai nel mirino» conclude il professore.

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