Via libera definitivo al decreto fiscale collegato alla manovra. E via libera anche al carcere per gli evasori, bandiera del M5s. Il Senato ha approvato con 166 voti favorevoli e 122 contrari il provvedimento su cui il governo ha posto la questione di fiducia. Il testo esce dunque blindato così come era arrivato da Montecitorio con un'altra fiducia.
Dopo i compromessi raggiunti in commissione Finanze alla Camera, è stato limitato l'inasprimento delle pene per i reati fiscali minori. Ma la detenzione resta: l'articolo 39 la prevede fino a un massimo di 8 anni per dichiarazione fraudolenta, sottrazione volontaria al pagamento delle imposte ed emissione di false fatture. Italia Viva aveva ottenuto dal M5s una attenuazione degli aumenti delle pene per dichiarazione infedele e omessa dichiarazione senza chiara intenzione di frodare il fisco. L'obiettivo è «non colpire con rigore eccessivo l'occasionale colpevole di delitti non caratterizzati da condotte fraudolente», aveva dichiarato la maggioranza ingoiando il compromesso. Ma le pene si innalzano per punire i «grandi evasori», sopra i centomila euro, nel mirino dei grillini. Si alza il massimo, fino a 8 anni, ma soprattutto, si alza il minimo, che passa da 1 anno e 6 mesi a 4, più del doppio. Sarà più facile colpire gli imputati anche in caso di attenuanti generiche e sconti di pena dovuti ai riti processuali come l'abbreviato.
Il decreto fiscale introduce anche la confisca per sproporzione, sinora prevista contro la mafia. Rispetto alle intenzioni dei grillini la misura patrimoniale è stata ridimensionata, ma potrà colpire i reati di dichiarazione fraudolenta, false fatturazioni e sottrazione al pagamento d'imposta «sopra i centomila euro». Si vuole aggredire i beni che il condannato non potrebbe permettersi alla luce del suo reddito dichiarato.
«Un'anomalia - aveva accusato Confindustria - perché estende misure eccezionali pensate per la criminalità mafiosa a reati di natura completamente diversa». Per i reati che non richiedono, ai fini della punibilità, l'accertamento di una soglia minima di evasione, la confisca per sproporzione viene limitata ai casi emissione di fatture per operazioni inesistenti o di indicazione di passivi fittizi sopra i 200mila euro. La «sproporzione» riguarda i beni di cui il condannato non può giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta essere titolare in valore sproporzionato al proprio reddito. Per i reati commessi in modo non fraudolento, la confisca allargata non viene applicata: sul punto il M5s ha ceduto alle pressioni delle altre forze di maggioranza.
Arriva il premio a chi usa bancomat e carte di credito. «Bonus fino a 2mila euro all'anno», annuncia il premier Giuseppe Conte a diMartedì su La7. Si tratta della misura che accompagna la stretta sul contante contro l'evasione e il riciclaggio: il tetto a 3mila euro fissato dal governo guidato da Matteo Renzi scenderà gradualmente a mille euro nel 2022, come nell'era Monti.
Nella bozza ci sarebbe anche un rinvio di sei mesi, dal 31 dicembre 2019 al 30 giugno 2020, della riforma delle intercettazioni dell'ex ministro Orlando che aveva aperto un scontro tra Pd e M5s, che lo voleva in manovra. Torna nel milleproroghe.
Nel frattempo si chiariscono i
termini di una novità contenuta nel Bilancio 2020, la cosiddetta pagella del contribuente. Ciascun soggetto fiscale, quindi, avrà un rating di affidabilità calcolato incrociando dichiarazioni fiscali e rapporti finanziari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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