Scintille tra Matteo Salvini e i Cinque stelle nel giorno in cui la legge di Bilancio bollinata dalla Ragioneria dello Stato è giunta finalmente in Parlamento. Togliere «un po' di soldi sprecati dati ai furbetti del reddito dirottandoli sul taglio delle tasse e sulle pensioni di invalidità sono i due filoni su cui la Lega si impegnerà in Parlamento», ha annunciato ieri il leader del Carroccio, Matteo Salvini, sottolineando che «la priorità per la Lega è la difesa del lavoro e tagliare le tasse». In particolare, il numero uno di Via Bellerio non ha rinunciato all'ambizione di «garantire l'uscita dal mondo del lavoro mantenendo Quota 100 soprattutto ai lavoratori delle piccole, medie e micro-imprese che sono i meno tutelati e tagliare le tasse partendo dai precari, partite Iva e dagli autonomi che sono quelli che hanno sofferto di più alzando il tetto della flat tax a 100mila euro», ha aggiunto. E non a caso proprio ieri è spuntato un emendamento del leader leghista al dl Fiscale collegato alla manovra che si propone di reintrodurre la flat tax degli autonomi per compensi e ricavi tra i 65mila e i 100mila euro. La proposta punta al ritorno della validità delle norme della legge di Bilancio 2019, abrogate dal governo Conte II e stima oneri di 110 milioni di euro per il 2022, 1,13 miliardi per il 2023 e 860 milioni dal 2024, a cui «si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza».
Ma è proprio sul sussidio grillino che i Cinque stelle sono pronti alle barricate, anche se ieri i più strenui difensori del reddito sono stati Leu e Sinistra italiana. Inoltre, le proposte emendative pentastellate al decreto sembrano studiate per fare concorrenza «a destra» proprio al Carroccio. M5s intende infatti estendere la cessione dei crediti prevista per i bonus edilizi anche per quelli destinati alle imprese come «Transizione 4.0» nonché l'introduzione di una rottamazione quater. La maggioranza si è invece concentrata, da una parte, sullo spostamento dei termini per mettersi in regola con la rottamazione (dal 30 novembre almeno al 31 dicembre) e dall'altra con l'allungamento delle rate a 120.
Dalle proposte presentate si nota chiaramente che il passaggio parlamentare della manovra (nonostante i 600 milioni per le «correzioni») non sarà semplicissimo anche se il combinato disposto maxiemendamento+fiducia dovrebbe consentire di scavalcare queste difficoltà. Ma in un momento di transizione particolare (corsa al Quirinale e messa a terra del Pnrr) le divisioni non aiutano. Non a caso il capogruppo di Fi al Senato, Annamaria Bernini, ha invitato centrodestra e centrosinistra a «trovare un accordo» sulla destinazione degli 8 miliardi per il taglio delle tasse senza penalizzare imprese o lavoratori.
Intanto, dalla relazione tecnica del ddl Bilancio si apprende che il portato della manovra e del dl Fiscale è di 45,6 miliardi di cui 23,3 in deficit. I pensionamenti anticipati attesi l'anno prossimo tra Ape social allargata, quota 102 e Opzione donna sono 55mila.
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