Idee chiare, modi spicci e il giusto piglio che piace alla gente: infatti non a caso la chiamano la Sceriffa del comasco. Ma stavolta Alessandra Locatelli è un po' imbarazzata. L'anno scorso voleva far togliere dalle scuole le foto di Sergio Mattarella perché «non rappresenta più un garante imparziale per i cittadini», ora invece eccola tutta compita al Quirinale davanti al capo dello Stato mentre giura come nuovo ministro per la Famiglia. E subito dopo tocca a Lorenzo Fontana, promosso agli Affari europei, al posto del teorico del Cigno Nero, Paolo Savona, che da qualche mese si è trasferito alla Consob, lasciando vuota la casella proprio nel pieno della trattativa con Bruxelles sulla procedura per debito eccessivo. Giuseppe Conte sembra soddisfatto: «Adesso la squadra è di nuovo al completo e potremo proseguire l'attività di governo».
Dunque più che un rimpasto, un rimpastino ino-ino, più che un restyling, una ritoccatina minima, tutta interna alla Lega. Lo stesso premier ci tiene a minimizzare la portata dell'operazione. «Si tratta di uno spostamento e dell'acquisizione di un nuovo ministro». Nessuna rivoluzione, niente riequilibri di forze o cambi di marcia. Si va avanti come prima, senza intaccare la struttura della coalizione gialloverde, sperando di reggere almeno fino all'autunno. E la prudenza del presidente del Consiglio è giustificata sia dalla tradizione repubblicana che dall'evanescenza dell'alleanza: se si mettono in moto i meccanismi dei rimpasti, si sa sempre quando si comincia e mai quando si finisce, in particolare se una maggioranza è litigiosa e bloccata come quella tra la Lega e i Cinque stelle.
Qualcosa comunque doveva essere fatta, i ranghi dovevano essere completati. Chi mettere al posto di Savona? Nei giorni scorsi si erano rincorse voci su una possibile nomina di Alberto Bagnai, poi però l'altra sera la candidatura del senatore leghista è tramontata: troppo euroscettico per quella poltrona. Così Matteo Salvini ha deciso di investire Fontana, che vanta due legislature a Strasburgo e buoni rapporti con Marine Le Pen. «Penso che la prima cosa da fare sia capire come si strutturerà la Commissione - dice il neo ministro agli Affari Europei - . Servirà un dialogo profondo con tutti e io sarei già contento se non si parlasse più di cordone sanitario, la ritengo una cosa insultante per il nostro Paese. Non siamo certo uno Stato di serie B».
Per sostituirlo alla Famiglia si era inizialmente pensato a Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità del Veneto, vicina al mondo del Famiglia day. Invece è toccato alla Sceriffa. Leghista nel profondo, laureata in sociologia alla Bicocca, volontaria in Congo e in Nigeria, molto attiva nel sociale e nell'aiuto ai disabili. Alessandra Locatelli, 43 anni, era stata eletta con un record di voti alle ultime amministrative di Como. Segretaria cittadina del Carroccio, poi vice del sindaco Mario Landriscina, che le aveva affidato le deleghe alle politiche sociali e al sostegno alle famiglie, fino al decoro. Tra i provvedimenti che portano la sua firma, la famosa direttiva contro l'accattonaggio, che proibisce ai senzatetto e a chi chiede l'elemosina di stazionare in centro.
L'ordinanza portò a uno scontro acceso con i volontari che assistono i clochard, ai quali è stato vietato di distribuire cibo sotto i portici di San Francesco. In questa fase i grillini sono rimasti a guardare. «Ma ora sui migranti e sull'accordo di Dublino ci aspettiamo i fatti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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