Formigli guida gli sciacalli rossi. Sfrutta la tragedia contro i sovranisti
31 Luglio 2022 - 06:00Salvini e Meloni condannano l'episodio, ma l'assassinio di Ogorchukwu viene strumentalizzato lo stesso, senza neanche una parola di cordoglio. Solo Renzi ragiona: "Questo clima mi fa orrore"

Per sgombrare subito il campo da qualsiasi dubbio l'assassino dell'ambulante nigeriano, Alika Ogorchukwu, deve venire condannato non solo in maniera esemplare, ma poi sarebbe meglio buttare via la chiave. I precedenti di rabbia brutale che stanno emergendo sull'omicida, Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, fanno sospettare che se il povero mendicante fosse stato bianco, giallo o verde la violenza sarebbe risultata la stessa.
Non solo per questo è indecente cavalcare una storia così triste e tragica a fini elettorali utilizzandola come l'ennesimo «proiettile» politico in chiave razzista, mangia migranti e così via. Ovviamente i bersagli sono sempre gli stessi: Salvini, Meloni ed il centro destra in genere accusati di fomentare azioni del genere. Si spera che uguale sdegno e attenzione da parte della sinistra venga riservato a un altro episodio folle. Ieri in provincia di Avellino un migrante nigeriano, Robert Omo, ha ammazzato a martellate un negoziante cinese, mandato in coma un cliente e tentato di aggredire una donna e una bimba.
Forse ci spiegherà questo assurdo episodio l'assessore della regione Toscana, Stefano Ciuoffo, che sul delitto di Civitanova Marche ha sentenziato: «Il tragico e tremendo fatto è figlio di una cultura intollerante e xenofoba nei confronti del diverso, sia esso per motivi di etnia, di credo religioso o di orientamento sessuale, che in questi anni ha agito in modo latente e costante». Oppure monsignor Vinicio Albanesi convinto che Alika sia stato ucciso «perché era disabile, nero, mendicante». Sarà così, ma inzupparci il pane come ha fatto Corrado Formigli, conduttore de LA 7, è almeno discutibile. «Attendiamo post indignati di @matteosalvinimi e @GiorgiaMeloni» ha scritto su twitter. La leader di Fratelli d'Italia ha risposto dandogli dello «sciacallo» perché aveva già parlato chiaro sui social: «Non ci sono giustificazioni per tale brutalità. Mi auguro che l'assassino la paghi cara per questo orrendo omicidio. Una preghiera per la vittima». L'altro bersaglio classico è Matteo Salvini, che ha espresso lo stesso sdegno, ma viene considerato per la sua politica sui migranti il responsabile di tutti i mali e sotto sotto, almeno indirettamente, della tragica fine del nigeriano. Nicola Fratoianni di Sinistra italiana tuona che «inondare la nostra società di propaganda tossica fatta di istigazione a farsi giustizia da soli, di pregiudizi sul colore della pelle e su ogni differenza, di indifferenza ed egoismo e portata alle estreme conseguenze prima o poi scatena la violenza fino all'omicidio su un marciapiede». Matteo Renzi è in controtendenza: «Anziché riflettere tutti insieme su cosa stiamo diventando la politica litiga e strumentalizza. Mi fa orrore questo clima da campagna elettorale. Un pensiero ad Alika e alla sua famiglia». Una volta tanto le prime parole dell'immancabile comunicato dell'Associazione nazionale partigiani centrano l'obiettivo: «Una violenza che non ha fermato nessuno». Invece che intervenire per salvare un essere umano i passanti hanno filmato tutto con i telefonini e qualcuno è riuscito a dire «se fai così l'ammazzi» senza muovere un dito, ma continuando a girare il video. Non servirà ad arginare l'ondata propagandistica neppure la dichiarazione della Polizia che smentisce la matrice razziale e parla di «una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell'aggressore».
Razzismo o meno il tragico episodio di Civitanova, come il nigeriano impazzito che uccide gente a martellate, devono farci capire che l'immigrazione non può essere incontrollata con sbarchi continui. Alika non doveva mendicare per vivere e arrivare in Italia per problemi economici. E ancora meno il suo connazionale assassino di Avellino doveva essere ospitato da noi dove ha aggredito pure gli operatori di un dormitorio della Caritas. L'Italia, non senza difficoltà, deve ospitare i veri profughi, quelli di guerra, che dimentichiamo facilmente come gli afghani, garantendo a tutti una vita dignitosa.
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