Politica

Ma forse ricominceremo a pensare senza slogan

di Massimo Arcangeli

La cultura «accelerata», erede della generazione di un noto romanzo del canadese Douglas Coupland, è avvertita. In controtendenza rispetto alla decrescita felice, funzionale a un uso responsabile delle risorse del pianeta, torna altrettanto felicemente a crescere il testo, e ne sentivamo il bisogno, grazie a Twitter. Seppure avviata in forma sperimentale, e chiamata a coinvolgere solo un campione dei suoi membri, sembra stia lì lì per compiersi la rivoluzione più volte annunciata: il social network di messaggeria istantanea più snob che ci sia, per reagire alla crisi da stallo (e far aumentare i poco più di 320 milioni di account attivi), porta il limite massimo di un «cinguettio» da 140 a 280 caratteri. Esattamente il doppio.

Lo vado dicendo da un po'. Oggi, più che dei cari vecchi riassunti, abbiamo bisogno di «controriassunti»: ampliamenti, espansioni, esplosioni di testi brevi, troppo brevi. Ma si abbrevia anche (e ben) altro. L'università, con la complicità di molti editori, adotta di preferenza manuali compressi, stringati a tal punto da sembrare autentici concentrati del nulla, proiettando le sue ossessioni per una brevitas incondizionata anche sulle lauree di primo livello. La scuola superiore riesce perfino a far peggio, puntando a ridurre acriticamente di un anno la sua durata (e intanto, con la scusa dell'alternanza scuola-lavoro, sradica di fatto studenti e insegnanti dal loro habitat: la classe). I media cavalcano a loro volta l'onda, praticando e predicando l'asciuttezza testuale come fosse sicura garanzia di semplicità.

Chissà che la scelta di Twitter, utile risposta alla condensazione di tanti testi e messaggi piegati alla tirannia del risparmio, non lanci anche un segnale alla politica radical chic che ha scambiato l'obbligo alla concisione del mezzo con la sloganistica circonvenzione dei suoi potenziali elettori.

Perché recuperi almeno un po' della persuasività argomentativa della politica di un tempo, di cui confesso di aver nostalgia.

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