Onorevole Barelli, si è preso il Covid mentre l'Italia esce dalla pandemia e si è perso la festa di Berlusconi con la sua Marta Fascina.
«Ho fatto il tampone per andare a Villa Gernetto e sono risultato positivo. Peccato, non ho potuto partecipare. Ora ho solo un raffreddore, forse anche per i tre vaccini. Al di là dell'esperienza personale, credo si debba tornare rapidamente alla normalità, con le dovute attenzioni. Con il 90% di vaccinati l'Italia ha una forte protezione e l'infezione per lo più ha effetti contenuti. È importante che sia finito lo stato d'emergenza».
Abbiamo molto parlato di guerra al virus, finché l'invasione russa dell'Ucraina ci ha fatto riscoprire il significato vero della parola.
«Stiamo vivendo un dramma come comunità internazionale: dopo il Covid, la crisi economico-energetica e la guerra. Tre pandemie con disastrose conseguenze. Per uscire dall'impasse, la Russia dovrà ammettere che sperava nella guerra-lampo e l'Ucraina trovare un compromesso. In una società globale per tutti ci saranno ripercussioni. Fi ha espresso a Draghi la condanna per l'occupazione di un Paese sovrano e l'auspicio che la diplomazia muova tutte le pedine. Ma si sente la mancanza di leader come Berlusconi e Merkel».
Come interpreta l'attacco di Mosca al governo italiano?
«Dimostra che la Russia è in difficoltà e soffre l'isolamento internazionale. Forse si aspettava un atteggiamento diverso dall'Italia, ma credo che la polemica non fosse solo con noi. Poi, quasi tutto il parlamento ha approvato le iniziative del governo».
Tra poche ore Zelensky parlerà al parlamento italiano: invece delle standing ovation degli altri Paesi, da noi troverà divisioni?
«Credo di no. Il parlamento ascolterà il presidente e non è previsto dibattito. Tutti sono d'accordo sulla censura all'invasione, ma per alcuni tutto nasce nel 2014 e l'Ucraina doveva essere più prudente. Per la comunità internazionale questo conta nulla di fronte alle città rase al suolo. Le ragioni si fanno valere con parole, non con cannoni».
Che cosa pensa delle sanzioni alla Russia e della dipendenza energetica da Mosca?
«Certe forze politiche dovrebbero fare il mea culpa per un ecologismo strumentale che ha impedito al Paese di avere una politica energetica nucleare e ha fatto sì che estraiamo un decimo del gas nell'Adriatico. Ricorda le barricate dei 5s per il Tap? Serve il nucleare di ultima generazione e per le energie alternative basta vincoli ambiental-populisti che hanno ostacolato eolico e solare».
Fi era il partito più governativo del centrodestra, ma certi attriti con Draghi ora fanno pensare ad un appoggio meno convinto.
«Crediamo da sempre che Draghi sia la persona giusta in una situazione di emergenza, ancor più con la guerra. Il parlamento, però, è fatto di partiti con la loro storia e non è criticabile che facciano valere la loro identità. Chi da un anno guida una coalizione che va da Leu alla Lega dovrebbe aver acquisito pazienza e dedizione per ascoltare e capire tutti. Draghi, non essendo un politico, non è allenato al confronto ma l'interlocuzione dev'esserci, non può essere un problema».
Come vanno i rapporti con gli alleati? Le lodi di Berlusconi a Salvini leader hanno forse seccato la Meloni...
«Chi conosce Berlusconi sa che è un padrone di casa molto gentile. Salvini è stato invitato all'ultimo e se la Meloni avesse telefonato per gli auguri lo sarebbe stata anche lei. Nessuna tensione da strumentalizzare, i rapporti sono ottimi nel rispetto delle reciproche posizioni. Berlusconi parla sempre di centrodestra unito e vincente, gli altri parlano più dei loro partiti».
Vi state preparando alle Amministrative?
«Ci
sono stati incontri ma per la sintesi dovranno vedersi i leader. Speriamo di evitare ritardi ed errori delle ultime amministrative su candidati improbabili come a Milano e Roma. Ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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