Forza Italia lancia l'altolà: niente veti su Berlusconi

Le capogruppo Gelmini e Bernini avvertono grillini e alleati: «Discuteremo con tutti senza preclusioni»

Forza Italia lancia l'altolà: niente veti su Berlusconi

N iente veti, siamo azzurri. E Silvio Berlusconi è il nostro leader. Le voci da Forza Italia, quasi tutte femminili, ripetono come un mantra il no alla pretesa del M5s di escludere il Cavaliere dalle trattative per un'alleanza di governo. Nella «settimana decisiva» che si apre Mariastella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera ribadisce che «si parte dal centrodestra per dare un governo al Paese, senza forzature, senza veti ma nel rispetto del ruolo di ciascuna forza e del mandato ricevuto dagli elettori». Annamaria Bernini, presidente dei senatori azzurri, fa eco: «È necessario dare quanto prima un governo al Paese. Il centrodestra ha l'onere della proposta e affronterà questo passaggio con responsabilità. Con Fi e il presidente Berlusconi ci confronteremo sui programmi senza preclusioni ma senza accettare né veti né soluzioni confuse».

L'avvertimento ha un doppio destinatario: Luigi Di Maio, che non può pretendere di confrontarsi solo con Matteo Salvini, leader della prima forza della coalizione e lo stesso segretario della Lega, che può ambire a fare il premier non con il suo 17% ma con il 37% dell'intera alleanza. «Il centrodestra unito - dice la Gelmini- ha vinto le elezioni, quindi spetterà a noi tentare di costruire un governo per consentire all'Italia di uscire dalla crisi». Gelmini è convinta che Salvini «non voglia essere il socio di minoranza di Di Maio», e dunque «si muoverà da leader del centrodestra».

Finora non ci sono motivi per mettere in dubbio la lealtà di Matteo, ma da Fi si sottolinea che tradire gli alleati non converrebbe a lui per primo. «Noi siamo la prima coalizione, la Lega è il primo partito», prosegue la capogruppo dei deputati, e Salvini «ha diritto di avere l'ambizione» di fare il premier, ma «la possibilità di governare è strettamente collegata all'unità del centrodestra, se si rompe tradiamo il mandato degli elettori e nessuno può rivendicare la premiership».

Fi non vuole nuove elezioni, ma neppure «il governo a ogni costo» e confida «nella saggezza di Mattarella», che nella mediazione tra Salvini e Di Maio, potrebbe suggerire una figura terza, superando le resistenze del capo politico dei grillini, mentre il leader leghista già sarebbe disposto al passo indietro. «In un sistema tripolare e proporzionale, confrontarsi non vuol dire inciucio, ma dialogo su idee e programmi», sottolinea Mara Carfagna. La vicepresidente azzurra della Camera si rivolge al M5s: «Fico ha detto che vanno rispettati i voti di tutti gli italiani: dire non parliamo con Berlusconi significa discriminare qualche milione di elettori». E se i tentativi fallissero e il Pd scendesse dall'Aventino? Per la Carfagna, con un ipotetico governo M5s-Pd «si calpesterebbe la volontà popolare».

L'ex presidente del Senato Renato Schifani definisce «quasi impossibile» anche l'appoggio di Fi ad un governo a guida Di Maio, e gli sembra difficile l'ipotesi di un patto con i dem: «Il Pd ha assunto una posizione

chiara e netta e cioè di svolgere il ruolo dell'opposizione. Ci sono sicuramente dei punti di contatto tra i programmi, ma l'azione economica del Pd non ha dato grandi risultati e ciò è testimoniato dal crollo dei consensi».

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