Forza Italia mette i freni alla fattura digitale: "Danneggia le imprese"

Gelmini: «Introdurla subito complica, senza fare emergere il nero». Gazebi anti manovra

Forza Italia mette i freni alla fattura digitale: "Danneggia le imprese"

La fatturazione digitale? Per Forza Italia è «punitiva», «un modo per fare cassa alle spalle di chi produce e crea posti di lavoro». Mariastella Gelmini, presidente dei deputati azzuri, chiede ancora il rinvio dell'obbligo dal 2019 al 2020. «Pensiamo soprattutto - dice - che si debba tenere conto delle dimensioni dell'impresa e del fatturato, che dev'essere superiore ai 30 milioni di euro».

Il partito di Silvio Berlusconi insiste nella sua battaglia contro quella che definisce «una mazzata» per le imprese, anche dopo il no del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, nella risposta giovedì all'interrogazione di Fi per lo slittamento di un anno. Pochi giorni fa i senatori azzurri hanno accusato il governo di virare a sinistra, con una «politica antimpresa per favorire maggiori introiti nelle casse dello Stato, solo presunti, e così garantire misure assistenzialistiche come il reddito di cittadinanza». Ora la Gelmini, in una conferenza stampa a Verona, con i parlamentari Davide Bendinelli, Marco Marin e Massimo Ferro, dice che la fatturazione elettronica «non avrà alcun effetto sull'emersione del nero, perchè gli unici ad essere colpiti saranno ancora una volta gli imprenditori che pagano le tasse».

È solo uno dei fronti sui quali Fi contrasta l'esecutivo. Berlusconi è ripartito per Arcore da Roma, dopo aver incontrato dirigenti del partito, diversi coordinatori regionali e parlamentari e da oggi parte nelle provincie italiane, dal Piemonte alla Sicilia, la mobilitazione contro la manovra, con incontri con le associazioni di categoria e gazebi per informare i cittadini sui danni delle misure economiche. La protesta culminerà in piazza Montecitorio, in una data da stabilire, tra 8 e 15 dicembre.

«La fotografia sullo stato dei risparmi degli italiani di Bankitalia - dice Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi di Fi - dice che le famiglie sono più povere e gli investitori stranieri fuggono. Le ricette indigeste del governo a trazione grillina, l'improvvisazione mista all'incapacità stanno causando danni enormi al popolo e non alle élite. I frutti avvelenati di una manovra a bassa crescita e alto debito pubblico hanno già prodotto effetti nefasti». Per gli azzurri, di fatto è «una patrimoniale mascherata, con il rischio che poi arriverà quella vera». Mentre serve una vera flat tax, non solo per le partite Iva e il taglio del cuneo fiscale.

Sestino Giacomoni, vicepresidente della Commissione Finanze della Camera, dopo l'asta del Btp, spiega che «i piccoli risparmiatori hanno perso la fiducia nel nostro Paese» e questa è «una duplice sconfitta per il governo: non solo sono stati raccolti solo 830 milioni dal retail e 1,3 mld dagli istituzionali, ma è un risultato in direzione opposta all'idea del governo di far detenere il nostro debito pubblico alle famiglie e ai piccoli risparmiatori». È lui il primo firmatario di un emendamento alla manovra per incentivare la detassazione del risparmio.

Le proteste azzurre hanno come obiettivo anche il decreto sicurezza di Salvini, indigesto per i grillini e il ddl anticorruzione, con lo stop alla prescrizione, boccone amaro per la Lega.

«È una vergogna - dice il deputato Andrea Ruggieri -, una marchetta a quei pm che lavorano poco, male e secondo priorità molto discutibili, privilegiando ad esempio processi forti sui giornali e deboli in aula, ma che li portano alla ribalta mediatica».

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