Quello di M5s-Lega è un falso governo del cambiamento, per Silvio Berlusconi, quello vero lo guiderà Forza Italia e nascerà dalla reazione a una manovra «pericolosa e illiberale». Saremo, dice in una nota, «alla testa del cambiamento voluto delle persone ragionevoli che credono in un'Italia moderna all'interno di un'Europa che deve anch'essa cambiare per diventare faro di civiltà, di democrazia e di libertà per i popoli».
A Palazzo Grazioli il leader azzurro incontra il vicepresidente Antonio Tajani e alcuni senatori di Emilia, Toscana e regioni del centro-Italia, dopo la cena del giorno prima con coordinatori ed eletti di Umbria, Abruzzo e Basilicata. Le ultime due regioni andranno presto al voto e lui è certo che «il centrodestra unito abbia ottime probabilità di vittoria», dopo il «malgoverno» della sinistra e per sfuggire «al dilettantismo e all'incompetenza ideologica dei grillini».
Berlusconi vuole far sentire a tutti, in questo momento di evoluzione del quadro politico, la sua presenza in campo. Prepara la mobilitazione nelle piazze d'Italia contro la manovra, per chiedere «un convinto cambio di rotta». E una grande campagna per le Europee, che accentui il legame con l'Ue, pur con lo slogan del rinnovamento. «Quest'Unione è lungi dall'essere efficace», dice il presidente dell'Europarlamento Tajani. Il leader di Fi non ha ancora deciso se candidarsi a maggio, ma comunque sarà presente e molti gli chiedono di mettere il suo nome nel simbolo con il tricolore, forse con un richiamo al Ppe e all'Altra Italia. Quella, insiste il Cav, della vera maggioranza dei moderati, che non si riconosce nel populismo 5S né nel sovranismo leghista, vuole l'Europa e l'euro e avrebbe un peso del 60-64%. Ai suoi l'ex premier mostra dati sulle previsioni di voto, che stimano Fi in crescita all'11,3% e il suo gradimento tra il 25 e il 35%.
Guarda alle tensioni crescenti nell'esecutivo gialloverde, «che gode di un consenso effimero, destinato a crollare sotto il peso delle sue contraddizioni» e prepara il dopo: «Il centrodestra si conferma ogni giorno di più a tutti i livelli come unica proposta di governo vincente e credibile per dare una risposta ai problemi del Paese».
Mercoledì Gianni Letta avrebbe mitigato i suoi entusiasmi, convinto che la crisi non sia così vicina e che si debba contrastare il disegno egemonico di Matteo Salvini, convinto di avere oltre il 30% dei consensi. Ma per il Cav i sondaggi su M5s e Lega sono dopati dalla sovraesposizione in tv. Salvini gli ha confermato che vuole andare avanti con Di Maio, ma le cose potrebbero cambiare. E lui vede le condizioni politiche per un governo delle «competenze» di centrodestra, con i voti di dissidenti grillini e anche «malpancisti» dem.
Qualcuno gli fa notare che i primi sono dell'ala movimentista di sinistra, altri che il mondo pentastellato è così variegato che trovare 6-7 senatori in Senato sarebbe facile, mentre alla Camera ne servirebbero 50.Ecco perché il Cavaliere è concentrato su Palazzo Madama e pensa che da lì potrebbe partire la crisi.
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