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Forza Italia unanime: "Tajani". Sarà lui il successore del Cav

Il Consiglio nazionale del partito lo incorona leader Dovrà portare il movimento al congresso del 2024

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Il candidato è unico, per la successione a Silvio Berlusconi. Antonio Tajani viene indicato all'unanimità dal Comitato di presidenza di Forza Italia nel documento politico, realizzato ieri da tutti i dirigenti, che sarà illustrato al Consiglio nazionale del 15 luglio. Il vicepremier e coordinatore azzurro sarà il leader fino al Congresso della primavera 2024, che eleggerà il nuovo presidente.

Lo stesso Tajani spiega le tappe del nuovo corso. Se prima per gli azzurri c'era «una monarchia assoluta, riconosciuta da tutti», come ha ricordato il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ora si procederà secondo le regole cui tutti dovranno democraticamente uniformarsi. «La stella polare di questa delicata fase è lo Statuto, da seguire con rigorosa attenzione, al fine di garantire in ogni passaggio la collegialità e lo spirito di unità, nel solco delle volontà del fondatore», si legge nel documento, che indica come prioritaria anche la riforma per l'elezione diretta del premier. Tutto nel partito è cambiato, per non cambiare tutto.

«Fi andrà avanti- assicura Tajani a Morning News su Canale 5 - , abbiamo avuto la vicinanza di tutta la famiglia Berlusconi che considera il partito come una delle realizzazioni più importanti di Silvio Berlusconi, noi abbiamo il dovere di andare avanti, i grandi leader durano nella storia, le loro idee e i loro progetti vanno al di là del tempo della loro vita. Andremo avanti per realizzare i grandi progetti di Berlusconi: dalla riforma delle pensioni, alla riforma della giustizia al ponte sullo Stretto».

È il momento dell'unità, le diverse anime del partito mettono da parte gli attriti, ma quanto durerà? Dalla Lombardia alla Sicilia, dalla Campania alla Puglia c'è fermento.

«Cerchiamo tutti, con senso di responsabilità un percorso unitario, è doveroso nel nome di Berlusconi, lo dobbiamo a lui e agli elettori che ce lo chiedono. Tajani ha grande autorevolezza per guidare questa fase delicata. Una leadership si afferma anche essendo inclusivi e coinvolgendo le migliori risorse, ricordando che Fi è un partito aperto alla società civile, che si basa sul voto d'opinione». Il messaggio è del vicecoordinatore Alessandro Cattaneo, vicino alla presidente del Senato Licia Ronzulli, già capogruppo alla Camera prima del ritorno di Paolo Barelli, legato a Tajani. Anche Ronzulli è stata sostituita come ha coordinatore della Lombardia da Alessandro Sorte, sponsorizzato da Marta Fascina.

Ieri un altro vicino a quella che è stata la compagna del Cavaliere, il sottosegretario alle Infrastrutture Tullio Ferrante, ha consegnato la tessera n. 2 di Fi a Tajani, riconoscendo in lui «una guida salda, saggia, esperta, lungimirante».

Chi, invece, tifa per la discesa in campo di un figlio di Berlusconi è il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. A Repubblica spiega che il «per ora no» di Piersilvio potrebbe essere un modo per prendere tempo. «Sarebbe un'eccellente notizia per l'Italia e per gli italiani». Mulè loda Tajani, ma sottolinea che il suo sarà un incarico pro tempore. Insomma, il 16 potrebbero riaccendersi i fuochi che covano sotto la cenere. Ieri si è collegato da remoto alla riunione il presidente della Sicilia Renato Schifani, critico sulla scarsa presenza di dirigenti meridionali.

Anche Claudio Fazzone e Claudio Lotito sarebbero pronti a contestare il vertice.

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