Forza Italia vede il voto nel 2015 Spunta un jolly per il Cavaliere

La fedelissima Mariarosaria Rossi pronostica il ritorno alle urne in primavera: «Con un Berlusconi candidato». E sul capo dello Stato: «Lo sceglieremo col Pd»

Forza Italia vede il voto nel 2015 Spunta un jolly per il Cavaliere

Una battuta alla buvette che si trasforma in un caso politico. La senatrice Mariarosaria Rossi viene intercettata nei corridoi di Palazzo Madama dall' Huffington Post . Ha la tazzina di caffè fra le mani ma non si sottrae alle domande. Anzi, lancia un paio di frasi a effetto nel cielo incerto dell'estate. Azzarda addirittura una data sul calendario elettorale: «Una previsione? Nella prossima primavera». Poi, sorprendendo l'intervistatore che chiede il nome del possibile candidato premier, Rossi si rifugia nel vecchio, intramontabile tormentone: «Un Berlusconi vuole che non lo troviamo?». Concetto ribadito nelle righe successive: «Un Berlusconi. Non ho detto Marina, ho detto un Berlusconi. Magari abbiamo il jolly. E magari vinciamo le prossime elezioni. E forse in questo Paese potremmo ricominciare a sperare».

Per essere una chiacchierata estiva per di più volante, è tanto. Forse, perfino troppo. Ma nel Palazzo, alle prese con la bagarre per le riforme e lo sprofondare dell'economia, quelle parole fanno notizia. Mariarosaria Rossi è l'ombra del Cavaliere, lo segue ovunque, è la tesoriera del partito e qualcuno comincia a pensare che il fondatore di Forza Italia l'abbia utilizzata per spedire un messaggio ai suoi interlocutori istituzionali.

Può essere ma a Palazzo Grazioli tendono a non enfatizzare le parole sciolte nel caffè. Rossi ha solo riproposto una suggestione che da mesi abita saldamente dalle parti di Forza Italia. Con il capo fuori gioco per via della legge Severino, si pone l'eterno problema della leadership. E allora, giocare la carta di un Berlusconi va sempre bene. Anche se le smentite, di Marina, di Pier Silvio e ancora di Marina, non si contano più. Certo, ci sarebbe Barbara e poi mai dire mai. Ma, insomma, l'impressione della nomenklatura forzista è che la senatrice abbia impugnato l'arma del cognome Berlusconi perché facile da maneggiare. Non ci sono, a quanto se ne sa, novità fra le fronde dell'albero genealogico del Cavaliere. I figli curano i diversi rami dell'impero creato dal padre e, come tutti, cercano di capire come si evolverà la situazione nei prossimi mesi.

Il dato di fatto, l'unico certo, è il ricorso presentato alla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Un dossier che riguarda Silvio Berlusconi e che, se accolto, potrebbe riaprire la partita della candidatura alla premiership. Il tema è complesso, e senza scadenze precise, ma ad Arcore ci sperano e dunque, gira e rigira, un Berlusconi potrebbe anche essere, magari fra un anno, il Berlusconi originale. Silvio e non Pier Silvio, Marina o chi per loro. Quando si riferisce con fare misterioso al jolly, Mariarosaria Rossi potrebbe anche alludere, con una punta di ambigua ironia, a Berlusconi senior. Al ritorno clamoroso del Cavaliere. Il jolly coinciderebbe con l'originale. L'assoluzione sul versante Ruby non può che favorire questo disegno, anche se molti considerano Silvio un reperto del passato da chiudere in una teca. Invece no: questa stagione, fluida e ballerina, viene vissuta dal Cavaliere giorno per giorno senza illusioni ma anche senza ammainare le bandiere dell'orgoglio e dell'identità azzurra. La linea, al di là delle schermaglie sul futuro del Senato, è presto detta: si va avanti sul Patto del Nazareno e dunque Forza Italia dà e darà una mano a Renzi per portare a casa prima il nuovo Senato e poi la legge elettorale. Sia chiaro: non ci sono patti segreti o allegati misteriosi: «Ora mi dirà che Toti ha detto che c'è un pezzo di carta scritto... Io la vedo così: fra persone per bene vale una stretta di mano. Se poi le persone in questione, ovvero Renzi e Berlusconi, mentre parlavano hanno preso due appunti come pro-memoria mi pare una cosa normale». Ci possono pure stare correzioni e cambiamenti, l'importante è che siano condivise. I due leader parleranno di soglie e modifiche quando si vedranno, forse martedì. E in agenda potrebbe pure esserci l'elezione del successore di Napolitano. «Non sbaglia», risponde Rossi quando l' Huffington Post chiede se le larghe intese si estenderanno anche al Quirinale. Il punto vero di crisi però è un altro: è il Paese che arranca, è l'economia che non riparte e i conti che non tornano. Certo, il Berlusconi paladino delle riforme è lo stesso Berlusconi che si guarda bene dal salire sul carro del governo. O almeno dal provarci. «Siamo un'opposizione - conferma Rossi - che ha a cuore l'Italia. Condividere la scrittura delle regole è un conto, condividere un governo mi pare fantascienza». Troppo buio il cielo. È lì, sui decimali asfittici di una ripresa invisibile, che si combatte la battaglia decisiva.

Padoan nicchia, Cottarelli è in fuga, si dovrà monitorare il deficit che si avvicina pericolosamente alla soglia del 3 per cento. Renzi potrebbe essere tentato di ingaggiare un braccio di ferro con l'Europa. Un altro, dopo il caso Mogherini, prima di chiamare gli italiani alle urne.

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