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Fosse comuni dei bimbi, le chiese messe al rogo: "Vendetta degli indigeni"

In fiamme due edifici religiosi nei territori dei nativi. La polizia: "Possibile rappresaglia"

Fosse comuni dei bimbi, le chiese messe al rogo: "Vendetta degli indigeni"

Esattamente dopo un mese dal macabro ritrovamento, in una fossa comune in Canada, dei resti di 215 bambini in una scuola per indigeni, due chiese sono state incendiate. Gli episodi sarebbero collegati tra loro e gli investigatori, pur con cautela, parlano di «possibile rappresaglia». Gli edifici religiosi, come riporta la Bbc, sono stati dati alle fiamme lunedì. La polizia nazionale sta indagando sui roghi avvenuti nella British Columbia, ed è già riuscita a stabilire l'azione dolosa. I due edifici, rispettivamente del Sacro Cuore e di San Gregorio, sono stati letteralmente rasi al suolo dalle fiamme. Erano stati edificati più di un secolo fa e sorgevano a meno di 50 chilometri di distanza l'uno dall'altro, nelle riserve di Penticton Indian Band e di Osoyoos Indian Band. Non sembrerebbe trattarsi per nulla di una coincidenza, considerando la giornata particolare in cui si sono sviluppati gli incendi: lunedì, infatti si celebrava il giorno nazionale dedicato alle popolazioni indigene.

Sull'episodio si è espresso il capo dei vigili locali della regione Bob Graham. L'uomo ha spiegato che osservando la scena e l'ambiente circostante «si evince che sia stata utilizzato un acceleratore liquido. Sono elementi che ci portano a pensare che gli incendi siano dolosi e per altro preparati con cura». Come accennato, tutto farebbe pensare all'agghiacciante scoperta di un mese fa. Un episodio che ha scosso l'opinione pubblica e creato tensioni tra i rappresentanti della Prima Nazione (gli indigeni) e i coloni, riaprendo così la pagina di uno dei capitoli più tristi della storia del Paese guidato ora da Justin Trudeau. Il premier ha definito i ritrovamenti dei resti «una fase di cui dobbiamo provare vergogna». Negli anni Settanta e Ottanta i bambini venivano strappati alle loro famiglie dal governo e dalle autorità religiose affinché venissero avviati all'educazione bianca, quasi sempre in istituti gestiti dalla Chiesa.

Nel giardino di una di queste scuole, la «Kamloops Indian Residential», è stata rinvenuta con l'aiuto di un radar la fossa comune. I rappresentanti della Prima Nazione stanno lavorando con gli specialisti forensi per stabilire le cause e il periodo dei decessi. Non sarà un lavoro facile, perché i bambini scomparsi sono morti senza documenti e molti di loro non avevano compiuto tre anni. Il governo canadese sta tentando in qualche modo di placare gli animi. Il ministro degli Interni, Lawrance MacAulay, ha ribadito che «sarà fatta giustizia e che deve comunque prevalere su qualsiasi forma di vendetta». Purtroppo la fossa comune ha esacerbato gli animi degli indigeni, che già da tempo avevano denunciato il genocidio culturale perpetrato dai canadesi. «Hanno prelevato con brutalità i bambini dalle loro famiglie nelle riserve, esponendoli a condizioni atroci - racconta Roberta Joseph, rappresentante di uno dei gruppi di Prima Nazione - li hanno condotti in centri sovraffollati dove soffrivano il freddo e la fame ed erano vittime di epidemie. Molti di loro sono morti di tubercolosi, altri mentre tentavano la fuga, a volte aggrediti e sbranati da cani da guardia».

Il premier Trudeau ha fatto sapere che stanzierà un ulteriore budget di cinque miliardi di dollari per migliorare la vita delle popolazioni indigene, in particolare l'educazione, le condizioni delle abitazioni, la salute dei bambini e la qualità dell'acqua nelle comunità.

Sperando che la situazione torni alla normalità.

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