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"Foto choc da Lampedusa: la sinistra tace. Ora intervenga il premier"

Il sottosegretario leghista: "Draghi bussi alla Ue o si torni ai decreti Salvini smantellati dal M5S"

"Foto choc: la sinistra tace. Ora intervenga il premier"

Il sottosegretario del ministero dell'Interno Nicola Molteni, che è un esponente della Lega, pensa che la soluzione alla situazione degli sbarchi in Sicilia possa passare dall'iniziativa del premier.

Il solito caos a Lampedusa.

«La sinistra accusava i decreti sicurezza di Matteo Salvini: li definiva disumani. L'ex ministro dell'Interno aveva bloccato gli sbarchi, fermato le partenze e ridotto i morti nel Mediterraneo. A me sembra che l'unica cosa disumana, oggi come oggi, sia la situazione dell'hotspot a Lampedusa. 1800 migranti, in un contesto che può ospitarne 350, su un'isola di 6mila abitanti. Dobbiamo bloccare di nuovo le partenze: l'Italia non può continuare ad essere il campo profughi d'Europa. Siamo a 31mila sbarchi ad oggi. Di questi, 25mila in Sicilia. Se difendere i confini nazionali vuol dire difendere quelli europei, allora l'Italia è stata lasciata sola».

Draghi in merito ha assunto posizioni vicine al centrodestra.

«Posizioni che mi sono piaciute. Draghi in Turchia ha detto che l'Italia è un Paese aperto ed accogliente, e io aggiungo con responsabilità, ma ha anche detto che siamo arrivati al limite. Io penso però che il limite lo abbiamo superato. Viaggiamo verso gli 80-90 mila sbarchi. L'immigrazione è un fenomeno globale? Allora o c'è una risposta globale, anche europea, oppure dobbiamo mettere in campo una risposta nazionale. Quale? I decreti sicurezza di Salvini, che ha dimostrato che si possono avere meno partenze, meno sbarchi e meno morti».

E sulla gestione di Lampedusa?

«Dico che le immagini che stiamo vedendo sono del tutto inaccettabili. Sono fotografie della negazione dei più elementari diritti. Stupisce che la sinistra, che è sempre attenta ai diritti umani, taccia del tutto. Diventano fondamentali gli accordi di partenariato con i Paesi di partenza e di transito. E attenzione: meno sbarchi in Italia vuol dire meno sbarchi in Europa. Bisognerebbe gestire i flussi. Se c'è un destinatario adatto ad un appello, quello è il presidente del Consiglio: grazie all'autorevolezza che ha e che ha dimostrato, Draghi può risvegliare una soluzione europea. Qualora l'Europa non ascoltasse l'Italia, allora dovremmo mettere in campo - lo ripeto - una soluzione nazionale».

Il M5S non voterebbe più i decreti sicurezza...

«Hanno prima votato tutti e due i decreti Salvini e poi li hanno smantellati. Ma stiamo al dibattito attuale: lo ius scholae può essere un manifesto di nuova immigrazione, e non ne abbiamo bisogno. Così come non abbiamo bisogno di sanatorie. In questa fase, l'Italia deve difendere confini e frontiere. Poi, se dovessimo aver bisogno di migranti, allora dovremmo orientarci verso un'immigrazione di qualità».

Sullo Ius scholae farete le barricate.

«Una legge sulla cittadinanza esiste già. Dal 2012 al 2020, abbiamo concesso più di un milione di cittadinanze. Siamo il primo Paese in Europa per numero di cittadinanze concesse. Se dovessimo andare verso lo ius soli, con la declinazione dello ius scholae, non potremmo più lamentarci del numero dei migranti che arrivano. Attenzione: se aumentano gli sbarchi, vuol dire che aumentano anche le partenze, dunque le morti ed i dispersi nel Mediterraneo. Ribadisco: a sinistra, su Lampedusa, non dicono nulla?».

Un governo d'unità nazionale forse non aiuta a prendere posizioni nette su queste questioni.

«La Lega e Salvini hanno dimostrato, entrando in questo governo, amore per il Paese e senso di responsabilità. Questo non è un governo politico ma nasce per superare la pandemia, per mettere in campo il Pnrr, una cosa che Conte non aveva fatto, ed aiutare famiglie ed imprese. Lo scopo di questo governo non è certo la liberalizzazione della cannabis o la cittadinanza facile. Su questi temi, non faremo sconti. Torneremo al governo con il centrodestra nel 2023.

Continueremo a fare quello che Salvini aveva fatto da ministro dell'Interno».

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