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"Non credono nell'Europa". Conte stretto tra sinistra e mal di pancia

Riccardo Fraccaro invita il premier a battersi per cambiare il patto di stabilità, ma dentro il M5s ci sono almeno 20 deputati che ancora non credono nell'Europa

"Non credono nell'Europa". Conte stretto tra sinistra e mal di pancia

"La nostra identità non può che essere quella di una forza politica che accompagna il Paese nella transizione ecologica ed economica. E quindi non può abbracciare nessuno, non può mettersi in scia: e questo non avverrà nemmeno con il Pd”. A parlare è l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro che, intervistato dall'Adnkronos, spiega quanto possa essere perdente “abbracciare il Pd o qualsiasi altra forza politica”.

Un concetto già chiaramente espresso anche dal leader del M5S, Giuseppe Conte, sicuramente il più convinto dell'alleanza col Pd ma anche colui che sta cercando di tenere vivi (senza successo) 'i cavalli di battaglia' dei pentastellati: reddito di cittadinanza, cashback e Superbonus. L'unico vero tema identitario rimasto in mano ai Cinquestelle, però, è l'ambiente. "Noi siamo entrati in questo esecutivo dicendo che la nostra presenza aveva senso non solo per difendere ciò che avevamo fatto ma anche per portare avanti la transizione ecologica. Per fare la transizione c'è bisogno di uno sforzo, di investimenti pubblici senza precedenti. Con le regole europee attuali – spiega Fraccaro - non lo possiamo fare: queste regole sono state sospese durante la crisi pandemica ma poi si ripresenteranno, con la loro miopia". Come riuscirci? Semplice, grazie all'attuale presidente del Consiglio. “In questo momento l'Italia chi può far sedere a quel tavolo, se non la persona considerata più autorevole in Europa, cioè Draghi? Noi dobbiamo sfidare Draghi e ottenere quel risultato, altrimenti avremo fallito. Questo governo ha senso se mandiamo il premier a quel tavolo e lo supportiamo per tornare vincitori", conclude Fraccaro.

Un ragionamento lungo e articolato che pone una domanda seria: il M5S sarebbe davvero pronto a lasciare il governo e a tornare alle sue posizioni antieuropeiste? A meno che Conte non desideri rompere l'alleanza con il Pd ancor prima che sia nata, la risposta è chiaramente negativa. “Dentro il M5s ci sono almeno 20 deputati che non credono ancora nell'Europa, ma, tra la legge di bilancio da approvare e il nuovo inquilino del Colle da eleggere, nessuno pensa di uscire dal governo o dalla maggioranza. Ora sono silenti e non escono allo scoperto per paura”, assicurano a ilGiornale.it autorevoli fonti parlamentari. “Fraccaro vuole soltanto che Draghi, ora che la Merkel è andata in pensione, prenda il timone dell'Europa provi a cambiare il patto di stabilità, ma sa benissimo che questo non si ottiene in un paio di giorni”, ci spiegano i pentastellati. A chiarire la posizione dei Cinquestelle è Sergio Battelli, presidente della commissione Affari Europei della Camera, che a ilGiornale.it dice: "Io sicuramente guardo ad un Movimento che dialoga con il fronte di centrosinistra, però è chiaro che dobbiamo essere una forza autonoma immediatamente identificabile.

Questo lo possiamo fare spingendo su transizione ecologica e tutta la partita Europea, per esempio cominciare a ragionare su cosa vuole dire e quali vantaggi porterebbe il concetto di 'Stati Uniti d’Europa' il futuro è il green è la condivisione del debito”.

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