RomaMentre sul palcoscenico europeo, attorno al bizzoso malato greco, si muovono protagonisti e mediatori, la voce dell'Italia resta flebile. Ne approfittano ovviamente le opposizioni, che reclamano che il premier riferisca nelle aule parlamentari e attaccano un governo italiano descritto «ai margini» della stanza dei bottoni dell'Unione europea. Ma anche i nemici interni di Matteo Renzi, che rialzano la testa per dar lezioni al premier. «Serve uno scatto di reni», tuona Pier Luigi Bersani, «l'Italia deve far sentire la sua voce: è un paese troppo importante per non essere in grado di farsi sentire. Non è possibile che un Paese come il nostro non riesca a pesare».
Da Palazzo Chigi si auspica una soluzione rapida della crisi, con l'impegno greco a mettere finalmente in atto un piano di riforme «strutturali» da mettere nero su bianco in Parlamento, in cambio di un programma di aiuti a medio termine. Ma il problema europeo «va oltre l'emergenza greca», e non si sbloccherà senza passi decisi verso una «unione politica e non solo economica».
Ieri la linea del Pd è stata rappresentata, nell'emiciclo di Strasburgo, dall'europarlamentare Roberto Gualtieri, in un intervento molto duro sia verso il presidente del gruppo del Ppe, il tedesco Manfred Weber, accusato «eccitare con le sue parole le paure» dei cittadini europei, e sia verso il premier greco Tsipras: «È urgente che presenti nuove proposte: è noto che esiste già un sostanziale accordo su un pacchetto, e piccole differenze non giustificherebbero l'uscita della Grecia dall'Euro. Sarebbe una scelta gravissima di cui tutti, Tsipras compreso, si assumerebbero l'enorme responsabilità». Da Roma preme sul leader ellenico anche Angelino Alfano, che (approfittando del silenzio del premier) prova a prendere la scena e convoca addirittura una conferenza stampa di partito per illustrare la posizione di Ncd. «I danni del populismo di Tsipras li paga il popolo greco, non si può spacciare l'irresponsabilità per democrazia. L'Europa deve sostenere la Grecia, ma la Grecia faccia gli sforzi necessari per rimanerci», è la ricetta del ministro dell'Interno.
Intanto la Banca d'Italia, con il governatore Visco, fa scudo al governo davanti a chi indica l'Italia come anello debole della catena europea. Gli effetti diretti della crisi greca, dice Visco davanti all'assemblea annuale dell'Abi, «sarebbero modesti per l'Italia e per l'area anche nei peggiori scenari», cioè quello di una Grexit.
E questo anche grazie alle riforme avviate dal nostro Paese: «In Italia sono state compiute scelte di rilievo e se ne cominciano a vedere i frutti: senza quelle scelte avremmo subito gravi ripercussioni». Anche se, ricorda, il compito è tutt'altro che esaurito e le riforme «devono proseguire».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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