Politica

Fumata grigia sui trasporti: così a piedi 3 milioni al giorno

Incontro Governo-Regioni: l'idea di parafiati sui mezzi. I governatori: così è difficile tornare alla mobilità pre-Covid

Fumata grigia sui trasporti: così a piedi 3 milioni al giorno

Alla fine, nel braccio di ferro tra Roma che chiede prudenza sui mezzi di trasporto e le Regioni che chiedono di riempire bus e vagoni pena l'impossibilità di garantire i servizi, spunta un compromesso: per derogare ai limiti sul numero di passeggeri andranno installati dei parafiati laterali tra i sedili su treni regionali e bus. L'ipotesi è stata inserita nella bozza del documento condiviso tra Regioni e il ministro Francesco Boccia e andrà sottoposta ora al Comitato tecnico scientifico e al parere dell'Inail, che deve dare il via libera sulla sicurezza a bordo. Ma il tempo corre e, avverte il governatore del Veneto, Luca Zaia, o si trova un'intesa per riempire i mezzi, oppure «a settembre con questi numeri non è possibile dare un servizio certo a pendolari e studenti. Potremmo avere un problema giuridico con la ripresa delle scuole quando i minorenni rischiano di restare a terra perché la capienza non sarà adeguata. Il mio atteggiamento sulla questione resta costruttivo, mi auguro il governo trovi al più presto soluzioni concrete. Ho parlato a lungo con i ministri Boccia e Speranza. Per me resta tutto come è in Veneto, ma ci siamo presi una giornata per capire se serva un'ordinanza della Regione rispetto al Dpcm».

Per gli scuolabus, negli allegati all'ultimo decreto del presidente del Consiglio contenenti le «linee guida per il trasporto scolastico dedicato», si chiarisce che «potranno viaggiare con la capienza massima consentita nel caso in cui la permanenza degli alunni nel mezzo non sia superiore ai 15 minuti». La deroga alla distanza di un metro è prevista solo «nel caso in cui sia possibile l'allineamento verticale degli alunni su posti singoli e sia escluso il posizionamento cosiddetto faccia a faccia». In tutti gli altri casi dovrà essere rispettata la distanza di un metro. Tutti gli studenti, ad eccezione di quelli di età inferiore ai sei anni, dovranno indossare obbligatoriamente la mascherina «al momento della salita sul mezzo».

Ma ora Regioni come la Liguria sono in allarme. Manca un mese alla riapertura degli istituti e «allo stato attuale non è stata presentata alcuna soluzione praticabile per garantire il distanziamento sui mezzi pubblici si legge in una nota - Si è parlato di paratie mobili, tende o simili, ma è impossibile dotare tutti i mezzi pubblici regionali, di queste attrezzature in così poco tempo, e la riduzione di capienza dei mezzi non potrebbe essere compensata in alcun modo. Senza il 100% di capienza autorizzata non è possibile garantire il trasporto».

I governatori insieme con gli enti locali chiedono un tavolo col ministero dell'Istruzione per capire come scaglionare gli orari di entrata nelle scuole tra le 7.30 e le 9.30 per medie e superiori e contestualmente un potenziamento delle corse. Ma si valuta anche di anticipare alle 8 del mattino l'inizio delle lezioni. Il ministro Boccia e quello della Salute Speranza continuano a tenere la linea della prudenza: a settembre il trasporto pubblico locale «tornerà alla fase pre-Covid», ha detto chiaro ai governatori ribelli, chiedendo «coordinamento forte e una collaborazione massima per evitare ordine sparso. I dieci milioni di persone che a settembre si rimetteranno in moto, studenti, professori, famiglie, sono la nostra priorità». Bisogna «trovare un punto di equilibrio tra le valutazioni del Comitato tecnico scientifico e le istanze, anche politiche, di Regioni e Comuni», ha ribadito Speranza.

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini chiede di accelerare: «Chiudiamo con una soluzione in tempi brevi, entro la prossima settimana è necessario organizzare la ripresa delle scuole.

Commenti