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Israa uccisa a Betlemme per l'onore

Israa uccisa a Betlemme per l'onore

La scena è un corridoio di ospedale a Betlemme, una ragazza di 21 anni proprio in quegli istanti viene uccisa a botte, Youtube ci restituisce in diretta un orrore di fronte a cui non si può che piangere e torcersi le mani: nelle urla della ragazza risuona la tragica storia di milioni di donne sacrificate al totem mostruoso del delitto d'onore. Chi preme il triangolino dell'audio può sentire le urla di raccapriccio e di dolore di una creatura uccisa da mani che dovevano proteggerla, e invece la fanno a pezzi. Sono quelle del fratello istigato dal padre che l'ha uccisa per la seconda volta all'ospedale dove era finita con la spina dorsale rotta dalle botte.

Israa Ghrayeb era una ragazza bella e sorridente. Palestinese, si sarebbe sposata in questi giorni. Ma dal caffè dove sedeva col fidanzato, confusa dalla gioia, ha postato su Istagram una foto di coppia con un uomo e senza essere sposata. Non importa che fosse persino il fidanzato: l'onorata famiglia si è sentita oltraggiata a morte. Così il fratello Ihab, residente canadese, l'ha picchiata e torturata finchè la povera creatura è «caduta» dalla finestra del secondo piano, probabilmente nel tentativo di fuggire. Tutto sotto la direzione e il comando del padre di Israa.

La tragedia non è finita: Israa posta su Istagram l'informazione che non potrà lavorare per due mesi e che aspetta un'operazione alla spina dorsale. «Sono forte -scrive- e ho la volontà di vivere, se non l'avessi sarei morta ieri. Non scrivetemi messaggi che incitano a essere forte. Io lo sono già. Che Dio sia il giudice di coloro che mi opprimono e mi feriscono». Forse è questo magnifico messaggio di rivolta che ha di nuovo incitato i suoi due presunti assassini, il padre mandante e il fratello sicario a assalirla in ospedale e a ucciderla. Gli urli, li potete sentire. L'ambiente: inerte, indifferente, terrorizzato. L'Autorità Palestinese non ha alzato un dito per difendere la ragazza. E si può pensare che la legge ottomana che impone ai giudici un occhio di riguardo «quando cause molto sensibili lo impongano» proteggerà gli assassini che negano tutto. Le autorità non hanno reagito. La reazione è venuta dalla piazza e da alcune organizzazioni umanitarie e femminili. Una sua compagna di scuola Qamar al Masri, denuncia la sua paura: «Che può esserne di me se qualcuno mette in giro maldicenze?» I social media sono in fiamme e persone celebri denunciano l'oltraggio, ma il grande mostro della condizione femminile emarginata, perseguitata e vilipesa nel mondo islamico riguarda centinaia di milioni di donne.

E' il maggior ostacolo sulla strada dell'emancipazione di quel mondo, come ha scritto il grande storico Bernard Lewis.

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