«La più grande fabbrica di debiti della storia del capitalismo europeo» - com'è stato definito il crac Parmalat - è destinata a trasformarsi nella «più grande asta di quadri dell'anno».
Il tesoro artistico della famiglia Tanzi andrà all'incanto il 29 ottobre a Milano, ma intanto il tribunale di Parma è stato costretto a prorogare la mostra delle tele sequestrate dalla finanza al commendator Calisto all'indomani del noto default che ha ridotto in carta straccia le azioni di centinaia di risparmiatori. Piccoli e grandi investitori che, dall'oggi al domani, hanno imparato a proprie spese il significato bruciante di parole come «truffa», «fallimento» e «bancarotta».
Il tutto mentre i Tanzi «ottimizzavano» gli utili con l'acquisto di una pinacoteca degna di un museo. E non è certo un caso se nei giorni scorsi i dealer delle più importanti gallerie mondiali si siano messi in fila per individuare i lotti più appetibili da contendersi a colpi di rilanci.
Durante l'asta al Centro Svizzero se ne vedranno delle belle, e nell'ambiente si da per certo che tra gli acquirenti più battaglieri ci saranno gli emissari dell'americana Gagosian, un nome che sta al collezionismo d'arte come Ronaldo al collezionismo di Palloni d'oro. Ma a Milano il 29 ottobre sono attesi anche emissari inglesi e tedeschi griffati Gavin Brown, Sadie Coles, Starmach, Peter Freeman e Konrad Fischer: insomma, il gota delle gallerie internazionali. Le tele più ambite saranno quelle firmate da Monet, Manet, Van Gogh, Picasso, Ligabue, Kandinskij, Picasso e altri maestri del XIX e XX secolo, autori di decine di capolavori per un valore di circa 100 di milioni.
Le stime di partenza in catalogo sono basse, ma questo è un vecchia tecnica che serve solo come specchietto per le allodole, benché dei grandi collezionisti tutto si può dire, meno che siano «allodole» pronte a farsi uccellare nella stagione della caccia al super affare.
Un tesoro che, secondo le accuse mosse a Tanzi, sarebbe stato accumulato (e occultato con ogni mezzo) con i soldi provenienti dalle casse del gruppo. La Procura di Parma recuperò i quadri nascosti in una serie di luoghi ritenuti «sicuri» nei stessi giorni in cui lo stesso Tanzi giurava solennemente: «In casa mia non ci sono caveau con quadri preziosi». Vero, le opere più preziose in effetti li aveva trasferiti in casa di parenti e amici, mentre il resto della «mostra» il patron della Parmalat si era premurato di trafugarlo in Svizzera. A Stefano Strini, marito di Laura Tanzi, una delle figlie di Calisto, era stato dato il compito di «piazzare tutto il piazzabile»; Strini è infatti indagato per ricettazione e favoreggiamento assieme a un famoso mercante d'arte. Alcuni dipinti erano già sul mercato e solo l'intervento delle Fiamme gialle impedì che fossero venduti clandestinamente.
L'asta milanese sarà invece in piena regola e tra i lotti presentati ci sarà proprio lo stesso Monet (La scogliera di Pourville) che, prima del blitz della Finanza, sta per essere acquistato da un miliardario russo per poco meno di 10 milioni di dollari. Tra le altre tele vanamente celate in cantine e garage dalla famiglia Tanzi, sono riemersi anche un ritratto di ballerina di Degas, un autoritratto di Ligabue, una natura morta di Gauguin, un tronco d'albero di Van Gogh, un astratto di Picasso e un ritratto di signora di De Nittis. E poi un olio di Manet raffigurante alberi, un acquerello di Cezanne, un pastello di Pizarro, un paesaggio di Severini, una illustrazione di Grosz e una matita di Bergerie di Modigliani e varie altre meraviglie.
Per chi voglia lustrarsi gli occhi, tutte le foto delle opere che andranno all'incanto sono
online sul sito dell'Istituto Aste Giudiziarie di Parma con quotazioni e basi d'asta.Ma non fatevi illusioni: se siete dei «comuni mortali», difficilmente riuscirete ad avere la meglio sugli «dei» nell'Olimpo delle gallerie.
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