
Corruzione in atti giudiziari, soldi incassati per vendere la propria funzione di magistrato, impedendo alla giustizia di fare il suo corso in uno dei processi più importanti di questi anni, l'inchiesta-bis sul delitto di Garlasco. È questa l'accusa che viene mossa a Mario Venditti, che era a capo della Procura di Pavia, e che per due volte nel 2017 e nel 2020 riaprì le indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, archiviandole in fretta nonostante le tracce che già allora portavano verso Andrea Sempio: colui che oggi invece per i nuovi inquirenti è il vero colpevole del delitto per cui è invece in carcere Alberto Stasi.
Venditti viene perquisito ieri mattina, la Guardia di finanza gli consegna l'avviso di garanzia, porta via computer, telefoni, documenti. Nel decreto di perquisizione compare solo il suo nome ma è chiaro che nel mirino dell'inchiesta ci sono anche altri obiettivi: i carabinieri Silvio Sapone, ex fedelissimo di Venditti, e Giuseppe Spoto, sospettati di avere personalmente istruito Sempio in vista dell'interrogatorio davanti a Venditti, fornendogli in anticipo domande e risposte, e di avere poi truccato i brogliacci delle intercettazioni ambientali da cui emergevano sia le istruzioni pre-interrogatorio sia il pagamento da parte dei Sempio di una cifra di denaro. Ma nel mirino ci sono anche i Sempio: a partire da Andrea e dai suoi genitori (sentiti per 7 ore in casrma) nonchè le zie che avrebbero fornito i fondi necessari a corrompere Venditti: gli accertamenti bancari della Guardia di finanza hanno scoperto assegni per 40mila euro dalle sorelle a papà Sempio, buona parte dei quali vengono prelevati in contanti nei giorni successivi. Che fine fanno? La pistola fumante, per gli inquirenti, è l'appunto emerso il 14 maggio scorso durante una perquisizione a casa Sempio: "Venditti archivia gip per 20.30 euro". Per l'accusa è un riferimento inequivocabile alla richiesta di archiviazione della prima indagine a carico di Sempio, presentata da Venditti il 15 marzo 2017 e accolta appena otto giorni dopo dal gip (ovvero giudice preliminare) Fabio Lambertucci; per i Sempio, tutti interrogati ieri dalla Guardia di finanza, si tratta del budget stanziato per l'assistenza legale di Andrea nel corso della prima indagine. Secondo l'avvocato Massimo Lovati, i contanti potrebbero essere prestiti per la gestione familiare, mentre l'appunto sul costo dell'archiviazione è di dubbia paternità: "servirebbe una perizia grafica".
Di certo l'incriminazione di Venditti per corruzione, resa nota ieri mattina con uno scoop del Tg1, fa irruzione con potenza drammatica su uno dei casi giudiziari più sconcertanti degli ultimi anni, in cui l'ipotesi che da sedici anni sia in carcere un innocente si fa sempre più ingombrante.
In questo momento a essere convinti dell'innocenza di Stasi sono tre procure della Repubblica: Milano, che per prima ha riaperto il caso commissionando una nuova indagine ai carabinieri locali; Pavia, dove i nuovi capi stanno rileggendo per intero la gestione della Procura fatta da Venditti, e dove i pm puntano senza incertezze sulla colpevolezza di Sempio; e ora Brescia, dove la posizione di Venditti è arrivata per competenza territoriale, dopo che - come raccontato dal Giornale in esclusiva il 5 aprile - l'ex procuratore era già stato iscritto nel registro degl indagati per altri reatii. Ora, l'incriminazione per il depistaggio a pagamento dell'indagine su Garlasco. Non è una prova diretta a carico di Sempio. Ma quale innocente paga un magistrato per farsi assolvere?LF