Il premier Paolo Gentiloni non esclude una Europa a diverse velocità. Un'Unione europea «unita, flessibile e riformata», ha spiegato ieri pomeriggio dopo avere incontrato il premier inglese Theresa May a Londra. Ambientazione ideale per lanciare un messaggio forte sull'Europa. Il Regno unito è alle prese con l'attuazione della Brexit dopo il via libera del Parlamento e l'Italia si appresta ad ospitare i festeggiamenti per i sessanta anni del Trattato di Roma che istituì la Comunità economica. «L'Europa ha già diversi livelli di integrazione, sappiamo che c'è l'Europa dell'euro e un'Europa multicurrency, alcuni aderiscono al Trattato di Schenghen e altri no. Penso sia molto ragionevole che nell'ambito dell'Ue ci possano essere diversi livelli di integrazione, penso sia una delle risposte in positivo che possano venire all'incontro di Roma di fine marzo in cui si ragionerà dei prossimi 10 anni».
Una mano tesa a Londra, che è ancora alla ricerca di un accordo con Bruxelles. Parlando alla London School of Economics il presidente del Consiglio ha spiegato che le diverse velocità di integrazione sono «diversi gradi di ambizione». Una Europa in cui «diversi gradi di politica di integrazione possano coesistere con profitto, rendendo l'Unione adeguata al futuro». Non l'uscita dall'Euro dei paesi periferici, quindi. L'etichetta, Europa a diverse velocità può essere simile a quella che la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva utilizzato giorni fa. Ma il senso è molto diverso. Gentiloni vuole tenere dentro i paesi che si stanno allontanando. In Germania c'è chi vuole tenere fuori gli stati del Sud.
«Gentiloni», spiega Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica e coordinatore dei gruppi parlamentari Scelta Civica. Ala, ex viceministro all'Economia, intende «accelerare l'integrazione su fronti diversi da quello economico, tipo sicurezza e immigrazione» e questa è «ipotesi buona e giusta». La versione tedesca si riferisce invece all'ambito economico e corrisponde alla tesi dei «no euro» italiani.
In realtà ieri Merkel ha incontrato il presidente della Bce Mario Draghi e i toni dei giorni scorsi si sono smorzati. L'Ue a diverse velocità «esiste già, per me è già ora così perché, ad esempio non tutti i Paesi della Comunità Europea aderiscono all'euro, alcuni ce l'hanno altri no». Apertura a tutti e cooperazione su singoli temi diversa a seconda delle esigenze dei singoli stati membri. Tesi molto simili a quelle del premier Italiano, che sembrano volere tranquillizzare i mercati sul destino dell'Europa ed escludere le voci di una uscita imminente della Grecia dalla moneta unica.
Per quanto riguarda i rapporti tra i due paesi, da parte di May c'è la volontà di riconoscere l'immigrazione come «un problema non solo italiano ma di tutti». L'Italia si schiera per un negoziato «non distruttivo» con il Regno unito sulla Brexit. Rassicurazioni per gli italiani che vivono nelle isole britanniche e i britannici in Italia. I diritti acquisiti non saranno toccati.
Smentite le indiscrezioni su un ruolo dell'Italia per fare tornare il presidente russo
Putin al G7. «Da parte della presidenza italiana non c'è alcun invito a Putin a partecipare al G7 di Taormina. C'è l'esigenza, mentre manteniamo una posizione ferma sui principi, di fare ogni sforzo possibile sul dialogo».
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