Dalla Germania nuovo siluro su AstraZeneca: "Per la seconda dose usate un altro siero"

E ora anche l'Olanda lo vieta agli under 60. Invece l'Austria tira dritto

Dalla Germania nuovo siluro su AstraZeneca: "Per la seconda dose usate un altro siero"

Berlino. Gli under 60 che hanno ricevuto una prima dose di AstraZeneca dovrebbero evitare di riceverne una seconda e passare a un altro vaccino di tipo mRna, come BioNTech o Moderna. Lo si legge in una bozza preparata dalla Commissione permanente sui vaccini (Stiko) della Germania. La raccomandazione è la conseguenza naturale dello stop imposto al siero anglo-olandese dal governo tedesco lo scorso 30 marzo. La Stiko aveva giustificato la decisione segnalando «il possibile verificarsi di effetti collaterali tromboembolici rari, ma molto gravi» a seguito della prima iniezione di AstraZeneca nelle persone con meno di 60 anni di età. In una Paese in cui la sanità è competenza prettamente regionale, anche la nuova raccomandazione della Stiko dovrà essere approvata, mercoledì prossimo, dai 16 ministeri regionali nell'ennesima videoconferenza con il ministro federale della Sanità, Jens Spahn. A oggi, ha informato intanto il governo, sono 2,85 milioni i tedeschi che hanno ricevuto una prima iniezione di AstraZeneca: di questi, 2,2 milioni sono under 60 e solo in 2mila hanno ricevuto una seconda iniezione del preparato anglo-olandese.

L'annuncio del governo tedesco trova sintonia in Olanda (anche i Paesi Bassi hanno vietato il siero anglo-svedese agli over 60) ma non ha impressionato i vicini austriaci: così Ursula Wiedermann-Schmidt, professore di Vaccinologia all'università di Vienna e guida dell'autorità austriaca sui vaccini, ha spiegato in un'intervista che la terza ondata sta colpendo sempre più giovani e che i benefici di AstraZeneca sono nettamente superiori ai possibili rischi. Piccolo cortocircuito: dal 2020 la professoressa Wiedermann-Schmidt, una luminare nel suo campo, fa anche parte del team della Stiko in Germania. La scienziata austriaca sposa dunque la linea delle autorità sanitarie britanniche secondo cui 22 casi di trombosi del seno venoso cerebrale registrate nel Regno Unito a seguito di 18,1 iniezioni di Astrazeneca (un caso ogni 822mila iniezioni) non giustificano l'esclusione del siero di Oxford. In materia di vaccini l'Austria ha fatto anche di più: provocando grosse invidie nei vicini di casa bavaresi che premono sul governo federale tedesco perché si muova nella stessa direzione, Vienna ha annunciato un accordo con la Russia per importare lo Sputnik V. L'Austria segue così l'esempio di altri due paesi mitteleuropei (Ungheria e Slovacchia) che invece di aspettare il parere dell'Autorità europea sul farmaco (Ema) sul preparato russo, da alcune settimane hanno già iniziato a inocularlo ai propri cittadini. Secondo infine Agnès Pannier-Runacher, ministra francese con delega all'approvvigionamento di materiale sanitario, il tira e molla sul vaccino anglo-svedese è destinato a finire con il mese di giugno.

Dal 1° luglio, ha spiegato in un'intervista a Radio Classique, le consegne di altri vaccini aumenteranno e forse «non avremo più bisogno di ricorrere ad AstraZeneca». Speranza condivisa dal governo tedesco che punta sul vaccino tedesco CureVac in queste settimane al vaglio degli esperti dell'Ema.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica