Mentre la politica litiga sul decreto sicurezza bis sponsorizzato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini ma osteggiato dai Cinque Stelle, che temono risvolti elettorali negativi per il Movimento, dal Viminale arrivano gli ultimi dati sulle aggressioni alle forze dell'ordine. E sono numeri scoraggianti per chi, come per il vicepremier leghista con il pallino per le divise, considera la sicurezza un tema chiave.
Chi sta in strada in servizio operativo è più che mai esposto ad aggressioni, facile bersaglio di chi le uniformi le odia per principio. Antagononisti, no global o tifosi ultrà, l'odio per le divise lo cavalcano ideologicamente. Un fenomeno, quelle delle aggressioni alle forze dell'ordine, che sta diventando sempre più allarmante. Come dimostrano i dati diffusi dal Viminale: nel primo quadrimestre dell'anno sono stati feriti 248 poliziotti e 615 carabinieri, mentre nello stesso periodo del 2018 gli agenti aggrediti erano stati 188 e i militari dell'Arma 328. Complessivamente, dunque, si è passati da 516 feriti a 863: un incremento di ben 347 episodi, il 67,2 per cento in più in soli quattro mesi. Questo mentre nel decreto sicurezza bis, che sta faticando per approdare in Consiglio dei ministri, è previsto tra le altre cose un inasprimento delle pene per chi aggredisce le forze dell'ordine.
Con il nuovo provvedimento, episodi come quello accaduto giovedì a Napoli durante il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto da Salvini - con un poliziotto ferito e gli agenti costretti ad effettuare una carica per allontanare i manifestanti che gli avevano lanciato contro delle transenne - verrebbero sanzionati con più severità, trasformando quelle che attualmente sono contravvenzioni in delitti. C'è un articolo nel decreto sicurezza bis, in particolare, che prevede maggiori tutele per gli operatori di polizia impiegati in servizio d'ordine, attraverso l'introduzione di nuove fattispecie delittuose. Previste pene fino a quattro anni, per esempio, per chiunque «lancia o utilizza illegittimamente, in modo da creare un concreto pericolo per l'incolumità delle persone o l'integrità delle cose, razzi, petardi, bastoni, mazze, oggetti contundenti».
I sindacati di polizia sono mobilitati per porre freno a questi episodi. Stella Cappelli, segretario generale vicario dell'Fsp Polizia di Stato, fa notare come ormai i rappresentanti delle forze dell'ordine siano diventati «incolpevoli bersagli di frustrazioni, malumori, contestazioni che in alcun paese che possa dirsi civile possono tramutarsi in disprezzo per chi fa solo il suo lavoro». Il Sap ha già espresso soddisfazione per il decreto sicurezza bis: «È un grande passo in avanti che ancora una volta dimostra come questo esecutivo dalle parole passa ai fatti, confermando la sicurezza tra le priorità del governo».
Sempre che, come teme Salvini, per calcolo elettorale il M5s decida di non approvarlo.
Ma il Viminale non ha alcuna intenzione di mollare, più che mai adesso che i tecnici hanno finito di limare le criticità rilevate: «Il testo del decreto è solido, ragionevole e necessario. Per questo dovrà essere all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri».
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