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È già in calo anche l'occupazione. Ma per Gualtieri andrà tutto bene

Il ministro conferma: "Stima del Pil a -8%, niente patrimoniale"

È già in calo anche l'occupazione. Ma per Gualtieri andrà tutto bene

Più ottimista dell'Ocse, sicuro che il peggiore degli scenari sulla crescita non si realizzerà. E che le misure del governo avranno un effetto positivo. Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ospite dell'European Financials Conference organizzata da Goldman Sachs ha confermato «la nostra stima del -8% per il Pil italiano nel 2020, anche perché le successive valutazioni europee e di Bankitalia non sono lontane da questo dato. I rischi sono al ribasso, i dati in arrivo per aprile e maggio sono in linea con la nostra previsione, anche se alcuni casi abbiamo indicatori sono leggermente migliori» del previsto.

Quindi il governo crede in un rimbalzo e vede i primi segnali già da maggio. L'obiettivo è quindi confermare il calo del Pil previsto dal Def, anche nelle prossime previsioni da inviare alle istituzioni europee.

Entro il mese il governo dovrà presentare il Piano nazionale delle riforme. Attesissimo perché dovrà chiarire le intenzioni del governo su fisco, spesa pubblica e riforme che potranno dare accesso al recovery fund.

In cantiere c'è la riforma del fisco. Si parla di una riduzione dell'aliquota centrale dell'Irpef, che favorirebbe la classe media. Ma non mancano gli allarmi di chi pensa che il governo possa introdurre un'altra patrimonale oltre a quella dell'Imu varata dal governo Monti. «Non prevediamo una specifica tassa sulla ricchezza», ha assicurato il ministro.

«Stiamo lavorando sulla riforma del sistema fiscale senza cambiare la progressività del sistema per semplificarlo, ridurre il peso fiscale su lavoratori e imprese, continuare nel contrasto dell'evasione che in Italia è di 120 miliardi l'anno». ha aggiunto.

Parole che lasciano aperta la strada ad una revisione degli sconti fiscali.

Gualtieri è ottimista anche sullo stato delle banche. «Non siamo preoccupati per la situazione del sistema bancario italiano, «Conosciamo le cifre e sappiamo che capitalizzazione e qualità degli asset sono significativamente migliorati». Con «il nostro schema di supporto alla liquidità e il recovery plan europeo ci rendono ottimisti sul fatto che eviteremo l'impatto della crisi sul nostro sistema bancario».

Dagli indicatori continuano ad arrivare segnali poco incoraggianti. L'occupazione, tradizionalmente l'ultimo mercato a risentire delle crisi e anche l'ultimo a vedere la ripresa, sta pagando il conto della pandemia. Nel primo trimestre dell'anno, il numero di persone occupate diminuisce di 101 mila unità (-0,4%) rispetto al trimestre precedente. Alla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+50 mila, +0,3%), spiega l'Istat, si contrappone la diminuzione di quelli a termine (-123 mila, -4,1%) e quella degli indipendenti (-28 mila, -0,5%).

Il tasso di occupazione è al 58,8%, in diminuzione di 0,2 punti.

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