Giallo «paziente zero». È rientrato dalla Cina ma è negativo ai test

È l'amico manager con cui ha cenato Mattia Forse è già guarito. Oggi nuovi esami per lui

Giallo «paziente zero». È rientrato dalla Cina ma è negativo ai test

Sono ore concitatissime. Uno dei punti chiave per gestire l'emergenza in Lombardia è ricostruire il Tetris del contagio, ma incastrare tutti i pezzi è tutt'altro che facile. Nelle prossime ore è fondamentale capire con quanti e quali persone è venuto in contatto Mattia, il 38enne di Codogno ricoverato al Sacco. E soprattutto indagare a fondo sul cosiddetto «paziente zero», il manager di 28 anni rientrato da Pechino lo scorso 21 gennaio.

L'uomo, dipendente della società Mae di Fiorenzuola d'Arda (in provincia di Piacenza), che si occupa di prototipi stampa 3D, trascorre la maggior parte dell'anno in Cina, a Shanghai, dove si trova la sede cinese dell'azienda. Una volta rincasato, già in piena emergenza virus in Oriente, sarebbe andato più volte fuori a cena con l'amico Mattia. Esattamente il primo febbraio e altre cinque volte fino al 6 febbraio, frequentando ristoranti e pub. Ipoteticamente quello è il periodo dell'incubazione della malattia e il virus non presenta sintomi evidenti.

Dello stato di salute del presunto importatore del virus si sa solo che ha avuto qualche linea di febbre il 10 febbraio. Sintomi che quindi non hanno destato nessuna preoccupazione. Per di più il manager è risultato negativo al tampone faringeo. Ora è fondamentale capire se ha battuto la malattia senza particolari sintomi o se non è stato mai infettato. Saranno gli esami in corso nei laboratori dell'Istituto superiore della sanità a chiarire il mistero. Già questa mattina dovrebbero arrivare i risultati sulle analisi: se è vero che il test sul Coronavirus non ha dato risultati, è altrettanto vero che le sue analisi del sangue possono fare da cartina tornasole e dire ai ricercatori se il virus è transitato o meno. A confermarlo è il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro: «Stiamo valutando la presenza di anticorpi nel corpo dell'uomo perché, come è noto, se si supera l'infezione non circola più il virus e si va a tracciare la presenza di anticorpi». «Altrimenti non abbiamo alcuna certezza che sia lui il paziente zero - ha spiegato ieri pomeriggio l'assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera L'unico elemento che ci ha spinto alle verifiche è il suo ritorno dalla Cina, non le sue condizioni di salute». In ogni caso il manager 28enne è ricoverato al Sacco in isolamento in attesa di saperne di più.

Sul percorso del virus aleggia il mistero. Mattia potrebbe aver contratto la malattia non dal suo amico, ma da altre persone con cui è stato in contatto tra gennaio e febbraio. L'uomo infatti risulta abbia una vita sociale molto attiva, tra il corso di primo soccorso con la Croce Rossa, alle partite di calcetto. Recentemente ha anche preso parte a una evento podistico in Liguria e non si può escludere sia stata quella l'occasione del contagio.

Analisi e test in laboratorio non sono l'unica strada per ricostruire il percorso del contagio. Come specificato dall'unità di emergenza che sta gestendo l'allarme in Lombardia, in queste ore hanno un grosso peso anche le testimonianze dirette della gente. I pazienti infatti, chi in rianimazione chi in gravi condizioni, non possono parlare né raccontare dove sono stati e cos'hanno fatto nelle scorse settimane.

Le interviste ai colleghi di Mattia, ai compagni di calcetto o alle donne che hanno frequentato lo stesso corso di preparazione al parto della moglie potranno aiutare a tracciare il percorso invisibile dei microrganismi e a contenere il più possibile panico e contagi.

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