Giallo sulla Guardia costiera usata come taxi Monta il caso del trafficante-mediatore col Pd

I servizi negano. Interrogazione della Lega sulle motovedette: «Chiarezza»

Giallo sulla Guardia costiera usata come taxi Monta il caso del trafficante-mediatore col Pd

Col governo giallorosso, ormai, anche gli assetti statali servono per andare a recuperare migranti in mare. L'annuncio è stato dato ieri dall'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Nella notte tra mercoledì 2 ottobre e giovedì 3 la Guardia costiera italiana ha recuperato un barcone di immigrati. È vero che l'operazione è avvenuta in acque sar maltesi? Il ministro delle Infrastrutture ne era a conoscenza? Chi ha autorizzato l'intervento? Siamo di fronte al ritorno delle operazioni della Guardia Costiera al di fuori delle acque territoriali italiane?». A quanto pare si tratta di un giallo, visto che le certezze dell'ex vicepremier vengono smontate proprio dal comando delle Capitanerie.

«Si precisa - si legge in una nota - che la notte tra il 2 ed il 3 ottobre, la Guardia Di Finanza, con il supporto della Guardia Costiera, ha intercettato a 10 miglia dall'isola di Lampedusa, in acque territoriali italiane, un barcone con migranti a bordo che navigava autonomamente, già avvistato durante la giornata in acque Sar maltesi da assetti aerei della stessa Malta». E si prosegue: «Tale attività di law enforcement si è conclusa con l'arrivo dei migranti nel porto di Lampedusa, per i successivi atti di competenza delle Forze di Polizia presenti a terra».

Intanto, monta il caso del trafficante di esseri umani che nel 2017, all'epoca del governo Gentiloni, partecipò al tavolo dei negoziati tra Italia e Libia per il blocco delle partenze. È Avvenire a tirare fuori l'inchiesta sul famigerato Bija. Come è possibile che un delinquente di tale portata sedesse assieme a delegati ministeriali del nostro Paese? Che c'è dietro? Quali sono i segreti oscuri del Pd?

D'altronde, che anche l'attuale governo abbia qualcosa da nascondere pare ormai evidente. Da un paio di mesi, infatti, all'insaputa di tutti, una motovedetta della Guardia Costiera opera in Grecia in ambito Frontex. Lo si è scoperto perché il comandante dell'imbarcazione, Roberto Mangione, ha pubblicato sul suo profilo Facebook le foto dell'operazione a cui l'assetto navale sta partecipando. Perché, è da chiedersi, finora l'esecutivo ha tenuto nascosto il coinvolgimento nell'attività di recupero migranti in Grecia? Dall'ufficio Pubblica informazione della Guardia costiera fanno sapere che la cosa «rientra nelle normali attività di Frontex» e che quel Paese ha richiesto unità navali anche estere «vista l'emergenza che ha con i migranti». Ma perché mandare una nostra motovedetta in Grecia quando l'Italia ha un'emergenza forse maggiore quanto a sbarchi? E perché solo ieri, dopo aver parlato coi giornalisti, si è deciso di caricare la notizia dell'impiego dell'imbarcazione comandata da Mangione quando la stessa è già da molto tempo presente nelle acque di un altro Paese?

Il silenzio attuato in questo caso somiglia molto a quello messo in atto dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese che, secondo fonti attendibili, avrebbe vietato la diffusione della notizia che i tre torturatori libici poi arrestati in Italia erano arrivati sulla Sea Watch 3 «per non dare un assist a Salvini».

«Adesso non solo non chiediamo più autorizzazione quando entrano in acque italiane - ha detto ieri il capo della Lega al Giornale - , ma andiamo noi a prenderli altrove. Per questo ho fatto una interrogazione sia al ministro dell'Interno che a quello dei Trasporti per poter capire qual è il criterio con cui stanno facendo lavorare donne e uomini italiani in mare».

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