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Il governo vuole la mangiatoia: "Reintrodurre Sprar e permessi umanitari"

Il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio annuncia l'intesa della maggioranza per reintrodurre lo Sprar

Il governo vuole la mangiatoia: "Reintrodurre Sprar e permessi umanitari"

Matteo Salvini lo aveva chiuso, ora i giallorossi lo riaprono. Stiamo parlando dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che l'allora ministro dell’Intero – con i suoi decreti Sicurezza – aveva riformato in lungo e in largo, per combattere il business dell'immigrazione (clandestina), togliendo la protezione umanitaria.

Adesso la mossa a sfregio della maggioranza di governo. Già, perché il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle – con la sponda di Italia Viva e di Liberi e uguali – avrebbe trovato l'intesa per rimettere in carreggiata il sistema per i profughi, riaprendo la porta ai flussi migratori.

A darne l'annuncio, in occasione del suo intervento alla plenaria del seminario del Pd nell'abbazia di San Pastore a Contigliano, ci ha pensato il capogruppo dem alla Camera dei deputati, Graziano Derio. Qui, l'ex ministro ha infatti dichiarato: "Possiamo reintrodurre lo Sprar perché su questo i 5 stelle sono d'accordo ma dobbiamo pretendere che la gestione di questo passaggio va fatta su principi che non sono mediabili".

Nelle scorse ore era arrivata la sferzata dell'ex Pd Giuseppe Civati: "I decreti Salvini, cosiddetti Sicurezza, vanno aboliti: cancellati. È già molto grave che siano ancora in vigore, visto che il governo Conte-bis si è insediato da oltre quattro mesi. A sinistra, dopo l'approvazione di quei decreti, ci fu un coro unanime di proteste e di sdegno, testimoniato da decine di dichiarazioni. Tutto giusto. Già da settembre, però, c'è la possibilità di eliminare i provvedimenti firmati da Salvini: l'opposizione al primo esecutivo Conte è ora in maggioranza. E invece dalle anticipazioni stampa emerge un ritocco minimo, che più minimo non si può, ai decreti. Sarebbe vergognoso e peraltro sarebbe difficile spiegarlo agli elettori che si sono mobilitati contro quelle norme". Il fondatore di Possibile, che sta portando avanti la campagna #abolitequeidecreti, ha aggiunto piccato: "Questo governo è nato con l'etichetta della svolta: abbia il coraggio di svoltare davvero. Il ripristino del meccanismo degli Sprar, della protezione umanitaria rappresenterebbe un passaggio significativo. Ricordo che è necessario anche cancellare la disastrosa Bossi-Fini e cambiare radicalmente la strategia sulle politiche migratorie".

I primi a commentare duramente l'uscita di Delrio sono stati i deputati di Cambiamo! di Giovanni Toti, come Stefano Benigni, Manuela Gagliardi Claudio Pedrazzini, Alessandro Sorte e Giorgio Silli. Sull'immigrazione il Pd getta la maschera. "Dal conclave reatino, Delrio annuncia, infatti, un cambio di rotta culturale che prevede meccanismi più fluidi di riconoscimento di chi ha diritta a stare in Italia (leggasi sanatoria) e decreti flussi annuali legati alle esigenze delle imprese, come se qui già non ci fossero abbastanza disoccupati, sia stranieri sia italiani", si legge nella nota riportata dall'Agi. Nota che termina con l'affondo: "Torna così ad affermarsi l'ideologia delle porte aperte e, con essa, il fiorire del business dell'accoglienza selvaggia. Tutto questo senza considerare il peggioramento delle condizioni di occupabilità e di reddito che ne conseguirebbe sia per i migranti regolarmente residenti sia per le milioni di persone italiane con bassa qualificazione".

Che cosa è lo Sprar

Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, Sprar è appunto l'acronimo, è il servizio del Viminale che in Italia gestisce i progetti di accoglienza, di assistenza e di integrazione dei richiedenti asilo a livello locale. Il servizio, costituito da una serie di enti locali, è stato istituito dalla legge 30 luglio 2002, n.

189, meglio nota come legge Bossi-Fini.

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