Politica

Giuseppi resta appeso al web per diventare leader dei 5s. In arrivo i ricorsi per fermarlo

L'avvocato del popolo incassa il via libera "bulgaro" dalla base (la riconferma a presidente arriva con il 94,2% dei voti) per "contizzare" il Movimento e ridurre il peso politico del ministro degli Esteri Luigi di Maio

Giuseppi resta appeso al web per diventare leader dei 5s. In arrivo i ricorsi per fermarlo

L'avvocato del popolo incassa il via libera «bulgaro» dalla base (la riconferma a presidente arriva con il 94,2% dei voti) per «contizzare» il Movimento e ridurre il peso politico del ministro degli Esteri Luigi di Maio. Obiettivo, sulla carta, raggiunto con la votazione di ieri (senza plebiscito e avversari) che gli riconsegna la guida del M5s.

Ma sulla leadership di Giuseppi già incombe il rischio di nuovi ricorsi: «Ci sono diversi motivi e profili che stiamo valutando» annuncia l'avvocato Lorenzo Borrè, vero incubo per i Cinque stelle. Si teme, dunque, un nuovo stop da parte dei giudici.

Nel frattempo spuntano i primi malumori: «Mi auguro anche che questa sia l'ultima volta che il popolo del Movimento venga chiamato ad esprimersi per avallare o meno scelte calate dall'alto» protesta l'europarlamentare Dino Giarrusso. Alla vigilia della votazione, Conte riunisce allo Scout Center di Roma i comitati politici e tematici del Movimento 5 Stelle.

Ritorna, prima dell'inizio dei lavori, sullo scontro interno con Di Maio: «La politica è anche conflitto, confronto duro, l'importante è che tutti si tenda al bene comune che deve essere la sintesi superiore, senza personalismi. Non permetteremo più a nessuno che si parli male di noi, ma noi per primi dobbiamo volerci bene. Volersi bene vuol dire parlarsi e confrontarsi con sincerità. Significa avere piena fiducia reciproca, e quando parleremo tra noi senza avvertire la necessità di trasmettere fuori frammenti di discorso, saremo pienamente maturi e potremo anche all'occorrenza anche litigare». E invoca un cambio radicale nel Movimento: «La spinta innovatrice espressa dal M5S non ha nulla di paragonabile rispetto alle altre forze nell'ambito del panorama politico italiano, ma noi non siamo disponibili ad accomodarci. E certo non possiamo vivere di rendita: la politica non consente rendite».

In attesa della decisione del Tribunale, l'altro obiettivo della votazione bis è quello di consolidare la leadership politica di Conte rispetto all'esecutivo Draghi. Il terreno su cui l'avvocato del popolo sta muovendo l'attacco è l'aumento delle spese militari: «Adesso c'è un'emergenza energetica, le posizioni che stiamo assumendo sono chiare, non ci lasciamo distrarre dai media e dalla stampa che dicono che abbiamo cambiato idea, la nostra posizione è lineare. Andiamo avanti» ribadisce Conte. Che però lascia aperto uno spiraglio: «Gli impegni con la Nato non li mettiamo in discussione, ma nessuno può pensare, con una tempistica così stretta, di accelerare una corsa al riarmo che sarebbe inutile. Quello sì sarebbe un prendere in giro gli italiani».

È chiaro che il voto bis consegna al riconfermato leader grillino maggior forza per battere i pugni sul tavolo di Palazzo Chigi. In ogni caso lo strappo non pare sia all'ordine del giorno. Il capo dei 5s chiede ragionevolezza e mette in chiaro un punto: «Il M5S è un pilastro di questa esperienza di governo. Non è il governo dei nostri sogni ma lo sosteniamo con responsabilità».

L'incontro tra Conte e Draghi è in agenda oggi pomeriggio a Palazzo Chigi. Di Maio non scopre le carte. Nel fine settimana il ministro è rientrato in famiglia e si è concesso un bagno di folla con gli attivisti in provincia di Napoli: un caffè in un bar del centro di Nola accompagnato dal parlamentare Iovino.

Un segnale a Conte per dimostrare che conserva l'appeal immutato verso gli attivisti.

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