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"Giusto uccidere fascisti". Il delirio del deputato

"Ammazzare migliaia di fascisti durante la Seconda Guerra mondiale è stato giusto e doveroso e ci ha restituito la libertà. Il fatto che Giorgia Meloni si scandalizzi per questo la qualifica per quello che è da sempre"

"Giusto uccidere fascisti". Il delirio del deputato

«Ammazzare migliaia di fascisti durante la Seconda Guerra mondiale è stato giusto e doveroso e ci ha restituito la libertà. Il fatto che Giorgia Meloni si scandalizzi per questo la qualifica per quello che è da sempre. Stiamo parlando d'altra parte di un personaggio che ancora si rifiuta di ammettere la responsabilità dei fascisti nelle stragi che hanno insanguinato l'Italia. Vorrebbe zittire Tomaso Montanari, ma dovrebbe solo imparare a tacere».

Il tweet è firmato da Giovanni Paglia, parlamentare nella scorsa legislatura, vicesegretario di Sinistra Italiana, il partito di Nicola Fratoianni. Un'entrata a gamba tesa nel dibattito acceso dal Rettore dell'Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari che è riuscito a conquistare grande visibilità attaccando «la decontestualizzazione delle foibe, la loro amplificazione e la loro falsa e strumentale parificazione alla Shoah» e contestando «la narrazione neofascista impostasi nella costruzione della Giornata del Ricordo e nella scelta della data a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) clamoroso successo di questa falsificazione storica».

Paglia si inserisce in questa polemica e rilancia, alimentando il corpo a corpo dialettico, l'azzeramento dell'umanità, la ricerca del consenso e dell'identità attraverso l'odio politico. Sotto il tweet c'è chi applaude, ma anche chi cerca di invitare alla ragionevolezza. «I bambini fascisti erano notoriamente pericolosissimi, senza pietà e privi di scrupoli. Discernimento. Parola che usava spesso San Paolo. Mai troppo tardi per imparare ad usarlo» scrive Guido Crosetto. Altri fanno notare che il post «prima ancora di essere giuridicamente discutibile, è eticamente riprovevole. A maggior ragione perché scritto da un parlamentare della repubblica italiana rappresentante della Nazione». E c'è anche chi come Mario Ballarin membro del direttivo dell'Associazione Nazionale Dalmata, figlia di esuli, parlando con l'Adnkronos, tenta di portare il discorso fuori dalle ideologie, raccontando come fu scelta la data del Giorno del Ricordo. «Per Montanari tutto quello che non coincide con la sua visione è fascismo. Per quanto riguarda la scelta del giorno, non c'è stato alcun desiderio di contrapposizione con il 27 gennaio, il giorno della Memoria. Luciano Violante venne nel quartiere giuliano-dalmata a Roma e discusse con noi su quale data fosse la più opportuna. Alla fine propose e scelse il 10 febbraio perché era il giorno dell'ultimo viaggio della nave Toscana da Pola a Venezia. È una data che accomuna il lungo esodo per l'Italia».

Sulle parole di Paglia interviene, invece, Alessandro Cattaneo di Forza Italia. «Pensavamo fossero estinti, invece i comunisti sono ancora tra noi. Ideologia, odio e demonizzazione del nemico politico. Di tutto ciò non c'è proprio bisogno in questo momento storico, ma dell'esatto contrario e il paradosso è che sono gli stessi che predicano il pacifismo globale.

Sono senza speranza e senza vergogna, per fortuna anche senza voti».

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