Il governo ancora non c'è Ma la Francia già lo teme

Parigi avverte: "Dovete rispettare i vostri impegni". Salvini: "Si occupino di casa loro, faremo il contrario"

Il governo ancora non c'è Ma la Francia  già lo teme

Il governo ancora non c'è, ma fa già paura. E non solo in Europa, che soltanto sei giorni fa aveva sollecitato il rispetto delle regole in vista degli imminenti sviluppi nell'esecutivo italiano, ma anche in Francia, che della Ue è uno dei pilastri.

L'avvertimento questa volta arriva dal ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, due giorni dopo la presentazione del contratto di governo di Lega e M5s e poche ore dopo l'uscita di Luigi Di Maio sulla Tav in Val di Susa che non si farà. Parigi mette in guardia che la stabilità finanziaria della zona euro «sarà minacciata se il prossimo governo italiano non rispetterà i suoi impegni sul debito, sul deficit ma anche sul consolidamento delle banche». «Gli italiani devono capire che il futuro del loro Paese è in Europa e non altrove, ma ci sono delle regole da rispettare. Gli impegni presi dall'Italia valgono qualsiasi sia il governo, io rispetto la decisione sovrana del popolo italiano, ma ci sono impegni che superano ognuno di noi», dice il ministro in Tv. Senza fare alcun riferimento alle parole di due giorni fa del leader dei Cinque Stelle («Diremo alla Francia che la Torino-Lione non serve più»), ma è chiaro che nel monito lanciato da Le Maire rientra anche l'eventualità che i programmi sbandierati dai pentastellati portino l'Italia a disattendere gli accordi assunti Oltralpe nel 2014 per l'Alta Velocità, esattamente come prospettato sabato scorso da Di Maio. Il ministro insiste sull'importanza di «mantenere gli impegni a lungo termine per assicurare la nostra stabilità comune». «Non rispettarli - sottolinea - significa minacciare le economie di tutti i risparmiatori europei».

L'altolà del ministro dell'Economia francese viene accolto con una certa freddezza da Matteo Salvini: «La Francia si occupi della Francia. Oggi c'è l'ennesimo intervento contro il libero voto degli italiani. Se ci chiedono di fare ciò che facevano i governi, sappiano che faremo il contrario», avverte il leader della Lega, che considera quella di La Maire «un'altra inaccettabile invasione di campo». «Non ho chiesto voti e fiducia per continuare sulla via della povertà, della precarietà e dell'immigrazione: prima gli italiani», twitta. Anche Di Maio replica all'allarme del ministro dell'Economia francese sul prossimo governo: «Gli rispondo con un sorriso - sostiene il capo politico del M5s - fateci partire e poi ci criticate, non si era mai visto criticare un governo prima che nasca. Parlano di rischio dittatura, quando sento questi attacchi sono ancora più motivato ad andare avanti, significa che siamo sulla strada giusta».

Di Maio torna ad insistere sulla questione Tav, evidenziando una spaccatura con la Lega, dal momento che i due leader non sembrano affatto in sintonia sull'argomento. La posizione del numero uno dei grillini sull'Alta Velocità è racchiusa in quel no alle grandi opere che ieri campeggiava in apertura del Blog delle Stelle e ribadita ieri: «Dico ai francesi che per la Tav avete scavato, scavato per anni, ma ormai è superata, quindi prendiamoci quei soldi e mettiamoli nel trasporto pubblico locale». Quella di Salvini è decisamente meno netta e più prudente nei confronti dei partner stranieri: «Sulla Tav c'è scritto nel programma che alcuni grandi progetti andranno riesaminati, non da soli se coinvolgono altri Paesi.

Da nessuna parte c'è scritto che verranno bloccati lavori e cantieri. Alcuni grandi progetti fondamentali andranno avanti, alcuni possono essere ridiscussi». Nel contratto di governo non c'è scritto, in effetti, che la Tav non si farà, ma solo che il progetto dovrà essere ridiscusso.

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