Il governo prende tempo: niente Imu per la Chiesa cattolica

Il governo gialloverde ha deciso di temporeggiare sugli arretrati della Chiesa cattolica. Un sondaggio ha svelato la contrarietà degli italiani

Il governo prende tempo: niente Imu per la Chiesa cattolica

L'esecutivo gialloverde ha deciso di rimandare la discussione interna sugli arretrati di pagamento dell'Imu (ex Ici) che riguardano gli immobili appartenenti alla Chiesa cattolica. Il governo, come specificato qualche settimana fa, stava valutando di arrivare all'obiettivo attraverso un maxi sconto o con l'estensione della cosiddetta pace fiscale.

A far cambiare idea alle due formazioni politiche che esprimono la maggioranza parlamentare, infatti, sarebbe stata una variabile indipendente: la statistica emersa da un sondaggio inerente questa questione. Stando a quanto si legge sull'Adnkronos, le rilevazioni hanno fatto registrare una ferma contrarietà da parte della maggioranza dei cittadini italiani: "Percentuali bulgare - hanno svelato fonti del governo all'agenzia - dimostrano che una decisione in questa direzione si trasformerebbe in un vero e proprio boomerang".

La ragione di questa scelta, quindi, sarebbe ascrivibile alle possibili conseguenze elettorali che una mossa del genere porterebbe con sè. Non si può escludere, però, che la partita si riapra l'anno venturo o, più probabilmente, in seguito alle elezioni europee del maggio prossimo.

Vale la pena mettere in evidenza che, almeno durante le fase iniziali dell'attivismo grillino, il Movimento 5 Stelle si era distinto per essere un convinto sostenitore della bontà di far pagare gli arretrati alle istituzioni ecclesiastiche: "Se si fa pagare l'Imu alle strutture del Vaticano usate per esercizi commerciali, come anche il Papa ha detto essere giusto - aveva dichiarato il sindaco Virginia Raggi, poco dopo essersi insediata - ne

arriverebbero altri 400 (milioni, ndr)". Beppe Grillo, dal canto suo, aveva persino destinato un messaggio diretto al pontefice argentino: "Bergoglio paga l'Imu". Almeno fino alla fine del 2018 non se ne dovrebbe parlare più.

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