Il governo fa spending review sulla pelle delle imprese

I tagli ai ministeri rischiano di diventare un balzello. Più tasse e manette. Il "regalo" ad Alitalia: 400 milioni

Il governo fa spending review sulla pelle delle imprese

Tasse e manette. È uno slogan, ma è anche la realtà che emerge dall'ultima bozza del decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020. Il provvedimento, infatti, prevede alcuni aggravi di imposta, il differimento del versamento di altre tasse per aumentare le entrate l'anno prossimo e, soprattutto, l'inasprimento delle pene per i presunti evasori fiscali. Il «regalo» più grande, invece, viene riservato ad Alitalia: l'importo del nuovo prestito semestrale che sarà concesso alla ex compagnia di bandiera viene aumentato a 400 milioni dai 350 milioni della precedente versione.

Ma andiamo con ordine e vediamo alcune delle principali modifiche che i tecnici del ministero dell'Economia hanno adottato in base ai desiderata delle componenti della maggioranza, cioè Pd e M5s. In primo luogo, Un miliardo e mezzo arriverà dalla stretta sulle compensazioni. Tra queste un miliardo è la minore spesa prevista con l'indicazione dei crediti di imposta nella dichiarazione dei redditi. In questo modo, già con il versamento tramite F24 sarà possibile per l'agenzia delle Entrate stabilire se la compensazione sia corrispondente a quanto dichiarato e, soprattutto, abbia già ricevuto un via libera dalle Entrate. Una soluzione burocratica che renderà più arduo per il contribuente recuperare i benefici. Maggiori introiti per 500 milioni, invece, sono attesi dai prelievi su slot e videolotterie, mentre un altro miliardo e mezzo arriverà dallo spostamento al 2020 degli acconti delle tasse dovute da imprese e professionisti: chi paga l'acconto in un'unica soluzione verserà solo il 90%, mentre chi opta per le due rate a novembre potrà pagare solo la metà saldando il resto l'anno prossimo. Questa partita di giro consentirà di contabilizzare maggiori entrate dai soggetti agli Isa (i nuovi studi di settore) e rendere meno pesante il deficit/Pil 2020.

Potrebbe configurarsi come un aumento di tasse, invece, la spending review dei ministeri che si trova nell'ultimo articolo del decreto e che prevede tagli per circa 3,1 miliardi di euro sullo stato di previsione del 2019. In particolare, è il ministero dell'Economia a subire la maggiore decurtazione per 2,9 miliardi di euro. Di questi 1,2 miliardi sono sottratti alla missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica». E a farla da padrone sono i tagli al sostegno alle imprese (600 milioni ripartiti tra 500 milioni in meno di spesa e 100 milioni in meno di fiscalità) e 400 milioni di rimborsi fiscali.

La parte «manettara», invece, riguarda il contrasto all'evasione fiscale. Per la dichiarazione infedele la soglia di punibilità si abbassa a 100mila euro di imposta evasa, il minimo di pena sale da 1 a 2 anni e il massimo da 3 a 5 anni. Per la frode carcere da 4 a 8 anni, contro gli attuali 1 anno e 6 mesi di minimo e 6 di massimo. Chi occulta o distrugge documenti contabili rischierà dai 3 ai 7 anni. Confermata anche la lotta al contante con l'abbassamento della soglia di utilizzo da 3mila a 2mila euro dal prossimo primo gennaio.

Per commercianti e aziende sotto i 400mila euro di fatturato come incentivo all'uso dei Pos è stato previsto un credito d'imposta sulle commissioni applicate alle carte del valore complessivo di 50 milioni.

L'aspetto più beffardo? I 5,3 miliardi di maggiori entrate saranno destinati al Fondo taglia-tasse, il primo a essere «svaligiato» in caso di necessità o di manovra correttiva imposta da Bruxelles.

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