RomaIl governo grazia i patronati. Il taglio ai contributi che lo Stato concede a vario titolo al braccio operativo del sindacato era di 300 milioni nella prima versione della legge di Stabilità, poi è stato ridotto a 150 milioni. Ieri, con un emendamento presentato in commissione Bilancio del Senato dal relatore della legge Giorgio Santini (Pd, ex esponente della Cisl), il taglio è stato ulteriormente ridotto a 35 milioni di euro. Quasi un decimo di quello previsto dal governo in prima battuta.
Il rush finale della «finanziaria» del governo Renzi si sta rivelando più complicato del previsto. I tempi si allungano e ieri sera il governo ha deciso di ritirare parte delle modifiche alla legge presentate nei giorni scorsi, perché rischiavano la bocciatura. Fino a ieri sera ancora non si sapeva quali emendamenti governativi saranno riformulati. La seduta serale è stata rinviata fino a tarda sera.
Tra le novità attese, un attenuazione della stangata fiscale sui fondi pensione. L'aliquota del prelievo sui rendimenti tornerà al 12,5% (dal 20% previsto dall'attuale versione del ddl stabilità), ma solo per la quota di investimenti «in economia» a medio e lungo periodo. L'emendamento ieri sera non era ancora stato presentato, ma veniva dato per certo, così come un ritorno delle aliquote sui rendimenti delle casse previdenziali, dal 26% previsto dalla prima versione della legge, al 20%.
Aggiustamenti tecnici, ma rilevanti per l'Irap. Un emendamento ha introdotto un credito d'imposta del 10% per i lavoratori autonomi senza dipendenti. «L'aliquota Irap per gli autonomi tornerà nel 2015 a dove stava nel 2014», ha spiegato il viceministro dell'Economia, Enrico Morando. L'emendamento serve ad «impedire che una grande innovazione proposta dal governo, l'eliminazione della componente del costo del lavoro dall'Irap, ci fosse però una categoria significativa di lavoratori, per lo più commercianti e artigiani, penalizzata sul 2014». A causa di una cattiva formulazione della versione precedente, quasi un milione e mezzo di autonomi avrebbe pagato il 10% in più di Irap. La copertura viene però trovata attraverso un intervento sul nuovo regime dei minimi, cioè l'introduzione del divieto del cumulo nella definizione del reddito per accedere alle agevolazioni.
Un'ulteriore penalizzazione su una novità che non convince i professionisti, tanto che si sta registrando una corsa ad aprire le partite Iva prima della fine dell'anno «per poter rientrare nell'attuale regime»,
ha osservato Marco Cuchel, presidente dell'Associazione nazionale dei commercialisti. Un fatto che «dimostra chiaramente che per i contribuenti questa riforma non è così innovativa e moderna come si intende far credere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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