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"Governo istituzionale? Al 50%..."

Il totopremier Iv: Conte, Fico, Patuanelli, Draghi, Cartabia

"Governo istituzionale? Al 50%..."

«Siamo pronti ad accordi e a lavorare con disciplina, onore e lealtà, sin da subito». Ieri all'ora di cena, dopo le consultazioni con Fico l'esploratore, Matteo Renzi ha svelato il suo bluff. Ma siccome come dice lui «verba volant, scripta manent», vuole mettere tutto nero su bianco, per iscritto: «Abbiamo bisogno di un tavolo».

Alla fine, è riuscito ad ottenere ciò che voleva. Altro che occupazione, vaccini e recovery fund; ciò che interessa a Renzi è riprendersi la scena col suo partitino da 2%. Ma Italia Viva, pur piccina, pesa molto e detta l'agenda al governo.

Ce ne accorgiamo ora, dopo che Mattarella ha preferito tenere in vita un governo morente, invece che pretendere le elezioni. E così il machiavellico Matteo ne approfitta costringendo il M5s, il Pd e Conte a bussare alla sua porta per restare in sella, ridotti ad elemosinare un rattoppo pur di evitare le urne. E lui accetta, mettendo però dei paletti: «Se il M5s è contrario al Mes, come ha sempre sostenuto, cercheremo di capirne le ragioni. Vogliamo un governo politico ma non a tutti i costi».

Il M5s è passato in 48 ore dal «giammai con Renzi» a «non ci sono veti nei confronti di Italia Viva». E sottobanco si discute già di ministeri. Perché se Conte resta, Renzi pretenderebbe ben più di due dicasteri minori, ma ruoli di primo piano come la Farnesina o la Giustizia. Uno dei due, peraltro, gli era già stato offerto pur di scongiurare la crisi. Ma per accettare questo Renzi pretenderebbe tre teste: quella di Gualtieri (Economia), di Bonafede (Giustizia) e del commissario all'emergenza Covid, Arcuri. «Ma c'è anche un asso nella manica», bisbigliano dal gruppo renziano. Il sogno di Renzi è Mario Draghi premier e lui agli Esteri. C'è anche un altro nome che circola nelle stanze di Italia Viva: Marta Cartabia. La presidente emerita della Corte costituzionale - se il compito di Fico fallisse - potrebbe mettere insieme una maggioranza. Insomma, in casa Iv non ci si scompone: 50% governo politico (Conte o Fico o Patuanelli); 50% governo istituzionale (Draghi o Cartabia).

Del resto, far fallire governi e partiti è la specialità di Renzi che gioca con la politica dal 2004. La tattica del leader di Italia Viva è da sempre quella del divide et impera. E le chat interne al partito lo dimostrano. «Questo è pazzo», uno dei dissidenti renziani, «Matteo ci fa andare a sbattere». Italia Viva finge riottosità a un Conte ter. Scavando un po' più a fondo emerge che, in verità, a Renzi interessi solo sistemarsi, si sarebbe stufato di fare la stampella dell'avvocato o il conferenziere in Arabia Saudita. Qualcuno dice che vorrebbe fare la scalata alla Nato. Sa bene che a sinistra si è fatto terra bruciata e quindi il suo sguardo è rivolto a destra, dove nel 2014 era riuscito a sedurre parte dell'elettorato. Avrebbe mantenuto rapporti stretti con Verdini (ora ai domiciliari) che a sua volta è in contatto con Salvini. Basta non fermarsi alle apparenze: i due Matteo stanno maturando qualche sorta di accordo. L'importante è non fidarsi di Renzi.

Perché «colui che inganna, troverà sempre chi si lascerà ingannare», scriveva Machiavelli.

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